Vivere il lutto sui social per “sentirsi meno soli”: un aiuto o un rischio? Ecco come rimangono in vita i defunti

Vivere il lutto sui social per “sentirsi meno soli”: un aiuto o un rischio? Ecco come rimangono in vita i defunti

CATANIA – Condividere: è questa la parola chiave del 21esimo secolo. Chi, ad oggi, non è iscritto almeno a un social network? Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat… queste piattaforme digitali governano ormai ogni ambito della nostra vita, toccando a volte anche i tasti più delicati, come la perdita di un caro.

“L’uso dei social per questioni così intime e delicate rientra perfettamente nelle dinamiche della società odierna, in cui si tende a spettacolarizzare e rendere pubblico tutto – commenta la dottoressa Valentina La Rosa, psicologa e psicoterapeuta di Catania -. Tendiamo a condividere e ancora condividere, anche con chi non conosciamo. Questo impulso risponde all’esigenza naturale di gestire l’angoscia. Rendere gli altri partecipi dei propri mali, ci fa sentire meglio e soprattutto meno soli“.

Sono sempre più comuni i post di chi annuncia sui social la morte di un parente o di un amico, seguiti da condoglianze virtuali, reaction ed emoticon da parte degli “amici” di Facebook. Ma tutto ciò è sano? Può davvero aiutare nell’elaborazione di un lutto?

“Naturalmente dipende dal soggetto e dalla situazione – continua la dottoressa -. Può essere un palliativo che aiuta a soffrire meno, come può essere un rischio. I social sono assolutamente impersonali e desoggettivati. Chi vive questi momenti di fragilità corre il rischio di perdere il contatto con la realtà, di rifugiarsi nel virtuale e dimenticarsi della vita vera e soprattutto delle persone vere. In casi del genere serve l’intervento dello specialista. Insomma, il social può essere d’aiuto ma solo se usato nel modo giusto. A questo si ricollega in particolare l’usanza di mantenere attivi i profili Facebook del familiare deceduto, un modo per non perdere il contatto con la persona, anche se in modo immaginario, probabilmente perché l’elaborazione del lutto non si è completata o il distacco non è avvenuto nel migliore dei modi”.

In questo caso Facebook interviene con delle “opzioni” particolari. È possibile infatti attivare i cosiddetti “Memorialized Account”, caratterizzati da un suffisso apposito accanto al nome del defunto. Questi profili non compaiono tra i suggerimenti di amicizie o tra i compleanni dei contatti e non possono subire cambiamenti.

Nasce così la figura del Legacy Contact, un amico di Facebook a cui “affidare” il proprio account in caso di morte. Insomma, una sorta di testamento dei nostri tempi.