CATANIA – Accadeva il 27 dicembre del 2011 nel paesino di Licodia Eubea: Loris Gagliano, 27enne, in preda a un raptus di gelosia, accoltellava la fidanzata, Stefania Noce, studentessa alla facoltà di Lettere di Catania e il nonno di lei, Paolo Miano, intervenuto nel tentativo disperato di difenderla.
Subito dopo il duplice omicidio, il ragazzo si diede alla fuga a bordo della sua Ford Ka nella speranza di far perdere le proprie tracce ma il tentativo fu presto vanificato dall’intervento dei carabinieri, che lo intercettarono nei pressi del lungomare di Acate (RG) con i vestiti ancora sporchi di sangue e con l’arma ancora in suo possesso.
Per l’efferato delitto, Il 5 aprile del 2013, il Gup di Caltagirone, con rito abbreviato, gli aveva inflitto la condanna all’ergastolo.
Oggi, la condanna del carcere a vita è divenuta irrevocabile.
In accoglimento alla richiesta del Pg, Luigi Toscano – che in una precedente udienza, chiese di dichiarare l’inammissibilità del ricorso in appello a seguito della rinuncia all’impugnazione avanzata dallo stesso imputato – la Corte d’assise di Catania, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso e confermato la condanna all’ergastolo.
L’inammissibilità del ricorso deriva dal fatto che l’imputato, nella penultima udienza, a sorpresa, aveva chiesto espressamente di non essere giudicato.
Al processo si sono costituiti i familiari delle vittime, il Comune di Licodia Eubea e il centro antiviolenza Thamaia, rappresentati dai legali Enzo ed Enrico Trantino.
“L’ergastolo definitivo per l’assassino della studentessa catanese Stefania Noce, che tre anni fa fu uccisa dal suo ex fidanzato insieme al nonno, a Licodia Eubea, è una importante conferma che arriva alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne” scrivono, in una nota congiunta, la Cgil di Catania e il Coordinamento donne del sindacato.
Le due organizzazioni esprimono, inoltre, la loro “soddisfazione per la notizia, e ribadiscono la loro grande fiducia nella giustizia e nelle forze dell’ordine che hanno contribuito a punire definitivamente il colpevole, senza scorciatoie”.
“È bene – conclude la nota della Cgil – che ogni potenziale assassino di una donna sappia che, oltre a spegnere la vita di un essere umano, cancellerà anche le proprie speranze per un futuro migliore”.
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