CATANIA – Dopo la lunga camera di consiglio del Gup Gaetana Bernabo Distefano, l‘udienza preliminare con imputato Mario Ciancio, accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa, è stata rinviata al 3 novembre.
Il Gup non ha accolto le eccezioni di nullità per il rinvio a giudizio avanzate da Carmelo Peluso, difensore dell’imprenditore, mentre i pm Fanara e Santonocito hanno chiesto l’acquisizione di nuovi atti sull’editore catanese (i verbali del giornalista Valter Rizzo e i documenti riguardanti la somma milionaria sequestrata in Svizzera riconducibile a Ciancio).
Durante la prossima udienza verranno fissate altre due date, secondo la requisitoria dei pm: una per le parti civili e l’altra per la difesa, e soltanto dopo verrà emessa la sentenza.
Il legale Peluso riteneva nullo l’avviso di rinvio a giudizio, dato che era presente una difformità rispetto all’avviso della conclusione delle indagini durante la contestazione delle accuse e, nonostante il Gup abbia rigettato la sua tesi, si è mostrato comunque soddisfatto.
Nel dettaglio, l’eccezione si fondava quindi su una “difformità di contenuti” tra l’avviso di conclusione indagini e la richiesta di rinvio a giudizio: «Nel primo caso – ha dichiarato il legale – si contestava il reato ritenuto commesso dal 1982 ad oggi, mentre nella seconda la data d’inizio è scomparsa e si parla di permanenza. Prima di quell’anno, il reato non esisteva e secondo la giurisprudenza sul caso Contrada non può essere contestato se non a partire dal 1994».
«Il 1982 – ha proseguito Peluso – è l’anno in cui sarebbe dovuta iniziare la contestazione e sebbene la richiesta possa essere accolta, c’è una legge che lo nega. Devo dire che a noi sta bene perché è quel dato temporale che era scritto nella richiesta iniziale e che se va rispettato mi consentirà di poter affermare che nessun atto antecedente a quell’anno potrà mai entrare in questo processo. Non penso che sia una questione di interpretazioni, il Giudice ha fatto un’ordinanza e la rispetteremo tutti»
Per quanto riguarda le parti civili, quindi Sos impresa, Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Dario e Gerlando Montana (fratelli del commissario Beppe Montana ucciso dalla mafia) sono state ammesse dal Gup le loro costituzioni.
Un risultato straordinario per Dario Pastore, difensore dell’ODG Sicilia: «Una scelta di campo senza se e senza ma dell’Ordine dei Giornalisti a tutela della libertà di informazione di tutti i cittadini e non soltanto dei professionisti del gruppo editoriale di Ciancio. Per la prima volta si processa il cosiddetto terzo livello, cioè l’accertamento delle connessioni tra cosa nostra e l’imprenditoria catanese rappresentata dall’editore».
Momentaneamente accantonato invece il procedimento attinente il sequestro patrimoniale della somma di 12 milioni in titoli in una banca svizzera: a causa di un difetto di notifica alle terze parti, vale a dire ai curatori del patrimonio svizzero, il Tribunale sezione Misure di Prevenzione ha rinviato l’udienza al 27 gennaio.