CATANIA – Il Primo Maggio, per Catania, è quest’anno una giornata segnata dal lutto. Le bandiere della Ugl sventolano con un nastro nero, simbolo di un dolore collettivo che si fa sempre più insopportabile.
Troppi gli incidenti nei luoghi di lavoro, troppi i morti che, solo nei primi mesi del 2024, hanno trasformato quella che dovrebbe essere una celebrazione dei diritti e della dignità dei lavoratori in una giornata di cordoglio e denuncia.
L’allarme: morti e infortuni in aumento
“Solo nel mese di aprile abbiamo perso due lavoratori nel giro di pochi giorni“, dichiara il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, che elenca i casi più recenti: uno a Scordia, un altro lungo la statale Adrano-Bronte. E ancora, la tragedia al porto di Catania e l’incidente stradale costato la vita a quattro braccianti agricoli sulla statale ragusana, mentre tornavano a casa dopo una giornata di lavoro.
I numeri, forniti dal sindacato, sono agghiaccianti: 18 vittime sul lavoro nel solo territorio catanese dall’inizio dell’anno, contro le 14 dell’intero 2023. Le denunce di infortunio sono salite a 7.300, rispetto alle 7.000 dell’anno precedente. “È un trend che non possiamo più accettare – evidenzia Musumeci – nonostante i progressi legislativi, i controlli aumentati e la maggiore sensibilizzazione, la mattanza continua“.
Serve più personale per i controlli
Secondo la Ugl, i passi avanti compiuti finora sul fronte della sicurezza non bastano più. “Serve un cambio di passo concreto”, afferma Musumeci, che chiama in causa la cronica mancanza di ispettori e personale addetto ai controlli come una delle criticità da affrontare con urgenza.
Nonostante la collaborazione tra sindacati, Prefettura, Inail, Asp, Ispettorato del lavoro e forze dell’ordine, la macchina della prevenzione non riesce a fermare l’ecatombe.
I nomi delle vittime diventano simbolo dell’impegno
Nel giorno dedicato al lavoro, il sindacato catanese vuole rendere omaggio alle vittime: “A Vincenzo, Nunzio, Antonio, Rosario e ai due Salvatore dedichiamo questa giornata – prosegue Musumeci – con l’impegno di lottare per fermare questa escalation di dolore che distrugge famiglie intere“.
Lavoro: aumentano gli occupati, ma restano precarietà e povertà
Nonostante qualche timido segnale positivo sul fronte occupazionale, la Ugl invita alla cautela. “È vero, qualche miglioramento si è registrato, anche per effetto della cancellazione del reddito di cittadinanza, ma il problema del lavoro povero e precario resta molto presente”, sottolinea Musumeci.
In particolare, il sindacato continua a seguire con attenzione le vertenze che coinvolgono aziende strategiche del territorio come STMicroelectronics e Pfizer, ribadendo la volontà di essere un punto di riferimento per lavoratori e lavoratrici.
Il diritto allo stipendio non è negoziabile
Il segretario territoriale chiude con un affondo su un tema troppo spesso taciuto: “Ancora oggi ci sono contesti in cui i lavoratori non ricevono la retribuzione dovuta. È intollerabile. Dobbiamo difendere il diritto allo stipendio e alla dignità professionale, perché non si può celebrare il lavoro se viene tradito nei suoi principi fondamentali“.