CALTAGIRONE – I carabinieri della Stazione di Caltagirone, nella flagranza di reato, hanno arrestato un 35enne del posto perché ritenuto responsabile di maltrattamenti verso familiari e conviventi.
La pattuglia della Stazione, a seguito della richiesta d’aiuto di una 36enne che ha riferito all’operatore di essere stata per l’ennesima volta picchiata dal marito, si è recata in via Parini notando immediatamente un uomo, da loro già conosciuto, che era seduto in quel momento sul marciapiedi in un evidente stato d’alterazione psicologica.
Quest’ultimo, a loro richiesta, ha riferito d’aver effettivamente litigato con la moglie e di essere in attesa dell’arrivo di alcuni amici. Pertanto, i militari si sono recati nella sua abitazione dove hanno trovato la donna dolorante per i colpi ricevuti e che, alla vista, aveva numerosi ematomi soprattutto agli arti inferiori.
Il personale del 118 ha trasportato la donna al Pronto Soccorso dell’ospedale di Caltagirone, dove i medici le hanno diagnosticato “trauma contusivo con ematoma gamba sinistra, stato d’ansia reattiva“, con una prognosi di 12 giorni.
La donna ha quindi manifestato ai militari la volontà di procedere legalmente nei confronti del marito, perché quello era soltanto l’ultimo episodio di una lunga serie di violenze alle quali quest’ultimo l’aveva sottoposta anche perché, ormai, fuorviato da alcol e droga.
La donna ha raccontato che il marito era reduce da ulteriori due matrimoni entrambi naufragati a causa della stessa motivazione, nel corso dei quali erano nate altrettante figlie.
L’uomo, che ha una lunga sfilza di trascorsi giudiziari dai quali si evince il suo carattere violento e irascibile, oltretutto aggravato dal mese di luglio dello scorso anno dalla sua ricaduta nel vortice della droga, nutre una degenerata gelosia nei confronti della moglie “colpevole”, proprio quel pomeriggio, d’aver espresso un “like” su un post pubblicato da un uomo su Facebook.
La reazione del marito, in preda ai fumi dell’alcol, è stata violentissima perché le ha sferrato calci alle gambe con le scarpe antinfortunistica (aventi la punta in acciaio), quindi la poveretta ha potuto chiedere aiuto soltanto quando quest’ultimo si è allontanato per effettuare un telefonata, sino a quando è stato bloccato dai carabinieri.
L’uomo è stato portato nel carcere di Caltagirone, come disposto dal giudice in sede di convalida.
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