CATANIA – “La nostra protesta andrà avanti ad oltranza fino a quando non riceveremo risposte concrete”. Restano sul tetto del Teatro Massimo Bellini i precari dell’ente catanese. “Da qui non scendiamo sia chiaro”.
In 18 stamattina hanno deciso di uscire dal silenzio e denunciare alla città il dramma che sta colpendo 28 famiglie. Autisti, falegnami, pittori. Ma anche caldaisti e uscieri che da oltre 20 anni vivono una condizione di precariato. Il rinnovo del contratto non arriva e al momento non sembra esserci una soluzione per il loro futuro. “Senza di noi il teatro non può andare avanti. Chiediamo di poter continuare a lavorare, e soprattutto di poter essere stabilizzati”.
Alla Regione Siciliana chiedono una deroga alla legge che impedisce nuove assunzioni a causa delle ristrettezze economiche. Ma dopo tante promesse e rinvii ancora nulla di fatto. Sul posto è intervenuta una squadra di vigili del fuoco.
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Video: Giorgia Mosca
“Non se ne può davvero più – ha dichiarato Antonio Santonocito, segretario regionale Snalv Confsal – sembra il gioco delle tre carte per cui una risposta a queste famiglie non arriverà mai”.
Il sindacalista punta il dito contro il sovrintendente Rita Cinquegrana “che – dice – ha sempre rinviato il tutto senza trovare una soluzione tanto che la richiesta della deroga non è stata ancora inviata”.
Al sindaco Enzo Bianco, presidente del Teatro Massimo Bellini, invece Santonocito dice: “È lui che deve pensare al teatro come risorsa per la città ed invece il Bellini è chiuso da mesi e i dipendenti non lavorano. È assurdo”.
A protestare stamattina anche i 69 lavoratori della Myrmex. Davanti i cancelli del laboratorio di Tossicologia alla zona industriale i ricercatori, dal mese di febbraio in cassa integrazione a zero ore, hanno dato vita ad un sit-in.
Margherita Patti segretario confederale Cgil: “Non abbiamo ricevuto ancora notizie riguardo l’incontro con il presidente Crocetta. Attendiamo speranzosi ma se non dovesse arrivare nulla dalla prossima settimana organizzeremo nuove azioni di lotta”.