CATANIA – La legge di bilancio del 2020 prevede l’introduzione di imposte sullo zucchero e sulla plastica che mettono a repentaglio investimenti e occupazione.
Solo nella provincia di Catania sono più di 1.500 le imprese della filiera agroalimentare, della produzione di materie plastiche e dell’imbottigliamento di bevande, con circa 7.000 dipendenti, che potrebbero subire gravi colpi per l’introduzione di misure fiscali non sostenibili.
Le imprese della sezione Alimentari di Confindustria Catania, guidata da Cristina Busi, scrivono al Presidente del Consiglio e ai Ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e degli Affari esteri sulle tasse:
“Crediamo necessario esprimere le grandi difficoltà che ulteriori tasse produrrebbero sulla nostre aziende – si legge nelle lettere a firma degli imprenditori – in particolare dopo le affermazioni di esponenti del mondo politico che sembrano ritenere questi aggravi del tutto accettabili perché di lieve entità. Mentre in realtà non è così. Con riferimento alla sugar tax si evidenzia come l’aumento di 10 centesimi al litro rappresenti un aggravio superiore al 10% del prezzo medio dei prodotti, che peraltro dovranno essere caricati dell’Iva al 22%. In aggiunta, bisognerà sopportare i costi di approvvigionamento della plastica che sarà gravata da una tassa il cui importo è ancora in discussione. Per gli stessi motivi per cui si è ritenuto di non procedere ad un inasprimento dell’Iva – proseguono gli imprenditori – non si comprende l’introduzione di un prelievo fiscale ai danni di pochi settori che produrrebbe una pesante contrazione delle vendite. Confidiamo pertanto nella necessaria attenzione da riservare alle piccole realtà produttive come le nostre, che valorizzano il gusto made in Italy mondo, chiedendo di eliminare l’introduzione di nuove tasse a tutela degli investimenti realizzati e delle famiglie dei nostri lavoratori”.