“Pizzo” in cambio di “protezione” in discoteche: arrestati 3 esponenti clan “Cappello-Bonaccorsi”. NOMI, FOTO e VIDEO

CATANIA – Il 27 dicembre 2017, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito un ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa il 20 dicembre scorso dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di:

Massimiliano Salvatore Salvo, 36 anni, inteso “Massimo ‘u carruzzeri”, pregiudicato, già detenuto in regime di cui all’art.41 bis;

Quest’ultimo è ritenuto responsabile, in concorso e riunione con Francesco Salvo, 29 anni e Zappalà Kristian, 22 anni, di estorsione continuata ed aggravata dall’art.7 D.L. 152/91, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa “Cappello – Bonaccorsi” ed al fine di agevolare gli interessi criminali dell’associazione.

 

Francesco Salvo e Kristian Zappalà. 

La misura cautelare è scaturita a seguito degli esiti di indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotte dalla locale Squadra Mobile, dalle quali è emerso che il titolare di due noti locali notturni catanesi era costretto a pagare, dall’ottobre 2016, una somma pari a 1.000 euro al mese ad esponenti della cosca “Cappello-Bonaccorsi” a titolo di protezione.

Le indagini di natura tecnica hanno fatto emergere che la notte tra il 16 e 17 dicembre scorsi, il titolare delle due discoteche avrebbe dovuto versare ad un esattore, non identificato, la somma di 1.000 euro. Il soggetto incaricato di riscuotere il “pizzo” sarebbe stato un emissario di Francesco Salvo, fratello del noto Massimiliano Salvatore Salvo, al vertice dell’organizzazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi.

In particolare, è emerso che Massimiliano Salvatore Salvo ed il fratello Francesco Salvo – che aveva lavorato quale addetto alla sicurezza presso le discoteche oggetto del racketcon minacce, anche implicite, di ritorsioni contro l’incolumità personale e ponendo in essere reiterati disordini in occasione delle serate organizzate presso le citate discoteche, avrebbero costretto il gestore di entrambi i locali notturni a versare la somma mensile pari ad euro 1.000 in cambio di “protezione” da parte del clan Cappello-Bonaccorsi. Detta somma in un primo momento veniva riscossa da Massimiliano Salvatore Salvo e successivamente al suo arresto – avvenuto nel mese di gennaio 2017 nell’ambito dell’operazione “Penelope” – dal fratello Francesco Salvo.

Sulla scorta di quanto emerso sono stati predisposti mirati servizi con diverso personale della Mobile dislocato in entrambi i locali.
In effetti, dai servizi di intercettazione ambientale e video-riprese di una delle discoteche, nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre scorsi, è emerso che all’interno dell’ufficio del titolare aveva fatto ingresso un individuo. Dal breve scambio di battute, sebbene disturbato dai rumori della discoteca, ma soprattutto grazie alla visione delle immagini, si è evinto con chiarezza che la vittima aveva versato una somma di danaro.

 

Gli uomini della Squadra Mobile hanno deciso di intervenire fermando l’esattore – identificato per Kristian Zappalà – nell’atto in cui si accingeva ad uscire dalla discoteca. La perquisizione eseguita dagli agenti ha consentito di rinvenire addosso a Zappalà la somma di 1.000 euro in banconote di vario taglio. Sulla scorta di quanto emerso dai servizi tecnici, ed a seguito di quanto riferito immediatamente dopo dalla stessa vittima, convocata presso gli Uffici della Mobile, Kristian Zappalà, pregiudicato, è stato arrestato per estorsione aggravata dall’art.7 D.L. 152/91.

Nel frattempo è stato emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Francesco Salvo, in quanto gravemente indiziato di aver concorso nella condotta estorsiva contestata a Zappalà, provvedimento che è stato seguito dal personale della Squadra Mobile.

Il G.I.P. del Tribunale di Catania, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, ha convalidato l’arresto in flagranza ed il fermo di indiziato di delitto ed ha accolto la richiesta di adozione di provvedimento restrittivo avanzata dal P.M. oltre che nei confronti dei predetti anche a carico di Salvo Salvatore Massimiliano, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di estorsione aggravata a carico di tutti e tre gli indagati, ampiamente ricavati dal complesso delle investigazioni.

In esito all’udienza celebratasi lo scorso 4 gennaio, il Tribunale del Riesame di Catania ha confermato la misura cautelare emessa dal G.I.P. nei confronti di Kristian Zappalà e Francesco Salvo, riservando il deposito della motivazione. La posizione di Massimiliano Salvatore Salvo sarà, invece, vagliata dal Tribunale all’udienza del prossimo 16 gennaio.