Picchiavano i migranti con tubi di ferro e stupravano le donne: arrestati 4 africani organizzatori dei “viaggi della speranza”

Picchiavano i migranti con tubi di ferro e stupravano le donne: arrestati 4 africani organizzatori dei “viaggi della speranza”

CATANIA – Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina,sono queste le accuse che pendono sopra le testa di quattro africani:

  •  Nasereddin El Mgaryef, nato in Libia, 40 anni;

Nasereddin El Mgaryef

 

  •  Mostapha Aassal, 30 anni

 Mostapha Aassal

  •  Mftah Alajnaf , nato in Libia 27 anni;

Mftah Alajnaf

  •  Kacem Taoussy, nato in Marocco 36 anni,

Kacem Taoussy

 

I reati contestati risalgono allo scorso 26 settembre, quando sono stati registrati 6 interventi S.A.R. per soccorrere la nave Vos Hestia della ONG Save the Children, alle ore 08,00 circa, con a bordo 768 migranti di varie nazionalità. 
Queste quattro persone sono considerate gli organizzatori del viaggio e conducenti di un gommone su cui viaggiavano 116 migranti.

Nell’ambito delle indagini avviate, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, da personale della Squadra Mobile – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – e da militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è emerso che gli indagati avrebbero collaborato con i trafficanti libici, svolgendo attività di sorveglianza e controllo dei migranti durante la loro permanenza nella connection house in Libia.

In particolare, alcuni testimoni hanno dichiarato di essere stati ripetutamente picchiati dai loro controllori con tubi di ferro o di gomma utilizzati per l’irrigazione e con bastoni, anche senza alcun apparente motivo.

Una donna africana ha raccontato che la prima volta che ha visto El Mgaryef era armato di kalashnikov e l’uomo avrebbe esploso dei colpi alle gambe di due migranti che poco prima, di nascosto, avevano sottratto del cibo ai libici; successivamente lo avrebbe rivisto in una seconda casa di detenzione, mentre entrava nelle stanze e calpestava volutamente coloro che dormivano a terra.

Un’altra donna, semrpre africana, ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte El Mgaryef, il quale le avrebbe puntato l’arma alla testa. Le testimonianze si sono rivelate preziose per la ricostruzione dei fatti ed il ruolo assunto dai quattro soggetti fermati.

Espletate le formalità di rito, i fermati sono stati portati nel carcere di Catania “Piazza Lanza” a disposizione dell’A.G.