Piazzale Cannavò due mesi dopo. I catanesi se ne stanno innamorando

Piazzale Cannavò due mesi dopo. I catanesi se ne stanno innamorando

CATANIA – “A giudicare male sono bravi tutti, in particolar modo nella nostra terra ma a me piace trascorrere del tempo qui a piazzale Cannavò, trovo che sia uno spazio adatto per fare una bella passeggiata insieme con il cane senza allontanarsi troppo dal centro cittadino, inoltre fino ad ora i catanesi hanno saputo avere cura di questo spazio comune: è un esempio di civiltà”.

Sono queste le parole di Olga Spampinato, laureata in economia all’Università di Catania e ora studentessa in giurisprudenza. L’abbiamo incontrata a poco più di due mesi da quando l’ex piazzale Oceania è stato rinominato “Candido Cannavò”, giornalista sportivo catanese che per venti anni è stato direttore della “Gazzetta dello sport”.

La ragazza godeva dello splendido sole che ormai da qualche settimana è tornato a baciare il capoluogo etneo tra le aiuole colorate dai fiori estivi, seduta su una delle panchine che sono state da poco costruite. Era accanto alla sua bicicletta nera e munita di un manuale di studio e ci ha raccontato che la piazza non è solo un luogo dove tanti altri studenti come lei vanno a leggere libri e talvolta ripetere le materie studiate ma è anche un punto di ritrovo per famiglie.

“Si tratta di un luogo pubblico, qui può accedere chiunque voglia – dichiara la giovane – non c’è una selezione sociale e credo che questo crei un punto di aggregazione e di scambio per chi ha la passione per gli animali insieme con chi crede nell’importanza delle piazze viste come luogo di crescita e formazione dei piccoli e degli adolescenti nelle città”.  

In molti conosceranno già le polemiche che ormai settanta giorni fa si sono susseguite in merito all’intitolazione della piazza. Le proteste seguivano due filoni distinti: c’era chi non condivideva la scelta di collegare all’immagine di Cannavò i colori rosso-azzurri che rappresentano la maglia della squadra di calcio del Catania e chi invece accusava l’amministrazione comunale di volere solo gettare “polvere negli occhi” dei cittadini, cercando di fare passare in sordina la difficile situazione data dalla diffusa prostituzione nella zona tra il centro fieristico Le Ciminiere e piazza Europa. 

“Quando nel 1993 la squadra del Catania rischiava di scomparire, per volere dei poteri forti, Figc compresa – dichiara Mario Freddo giovane catanese – Cannavò non soltanto fu manchevole nel difendere Massimino, che era solo contro tutti, ma ha anche buttato fango sul Catania e sul presidente definendolo incompetente, ignorante e non all’altezza – aggiunge Freddo -. Bianco ai tempi era sindaco e si schierò con Cannavò, disonorando anche lui quei colori che oggi vi vengono accostati”.

Ad oggi le polemiche restano invariate così come c’è chi ha rivalutato la possibilità di frequentare la piazza vista la creazione di una zona recintata, ben curata e munita di acqua sempre fresca dove i cani possono giocare e divertirsi.

Ma la domanda è: fino a quando ancora i catanesi riusciranno a custodire la piazza senza rovinare o imbrattare la struttura? Ma soprattutto quale sarebbe potuto essere il nome da accostare ai colori più rappresentativi per la nostra città, che avrebbe messo d’accordo tutti?

Ai posteri l’ardua sentenza.