CATANIA – Tra i vari punti di forza della nuova società Catania F.C. è indubbio che la gestione delle comunicazioni sta ai primi posti, attenzionato, potente, mezzo di cui ne conosce, parimenti, potenza, pericoli, efficacia ed efficienza. In questo incipit potremmo fare rientrare, di fatto, l’ultima conferenza stampa che ha visto il presidente Ross Pelligra rispondere alle numerose domande dei giornalisti presenti in un’affollatissima sala stampa.
Tranquilli, non si tratta di una (noiosa) replica di quanto già scritto appena pochi minuti dopo la fine della conferenza da tutte le testate sportive e non solo quelle. No, perché proveremo adesso a trarre, a mente fredda, opportune riflessioni prendendo spunto dalle sue dichiarazioni che vanno molto, ma molto, oltre gli anemici esiti del campionato, dove solo la bella finale conquista mercoledì sera ha rimesso piacevolmente in carreggiata quest’anno calcistico, azzerando quasi del tutto quanto di negativo fatto fino adesso.
La cosa più importante che emerge a fine conferenza, e che dovrebbe fare dormire sonni tranquilli prima di tutto ai ventimila che di mercoledì sera ha spinto la squadra verso la vittoria, è la riconferma della volontà della società di continuare a investire in maniera prioritaria nel calcio nostrano, così come sempre dichiarato fin dal loro insediamento. Una buona notizia supportata dall’ingresso in società di altre due figure senza dimenticare la grande attenzione posta al settore giovanile.
Evitando di cadere nella solita trappola della memoria del pesciolino rosso, caratteristica italiana ancora più accentuata nel catanese, non ricordiamo, nell’obnubilato orizzonte imprenditoriale catanese (ma anche nazionale), nessuno che possa unire passione e risorse finanziarie, storia di emigrazione e legame con il territorio, con la voglia d’impresa espressa fino adesso e supportata dai fatti. Le aste deserte del passato ci giungono a supporto di queste affermazioni.
Inoltre, giusto per afferire alle prime tre righe che hanno dato l’inizio a queste riflessioni, le evidenti colpe dell’andamento di un campionato per nulla esaltante, dove il termine ondivago è prioritario tra gli eufemismi più descrittivi ed edulcoranti, sono state ammesse, e se non proprio tutte, per ovvie ragioni di panni sporchi dove sappiamo bene il luogo dove lavarli, almeno quelle che andavo confessate a una piazza che rimaneva basita dal passaggio di un campionato stratosferico di serie D a uno inguardabile di C. Stiamo stendendo con queste parole un tappeto rosso a Pelligra &co? E a che pro?
Rispondiamo ai soliti “grilletti facili” che amano sparare sull’informazione solo per il fatto che esista. Quali benefici potremmo trarne addomesticando la realtà raccontandone un’altra? Sarà una colpa ricordare che oggi possiamo permetterci certi lussi come un mercato di riparazione che, a bocce ferme, fa sorridere e tanto chiamarlo così? Perché è stata una vera ricostruzione dal basso, un rinnovamento con tanto di esborso di denaro per rimediare a ciò che andava rimediato. In questo caso: quale mezzo bicchiere vedere?
E in tutto questo i delatori? Tranquilli, quelli hanno già pronte tante frecce al loro arco, non ne possono fare a meno, è più una loro esigenza catartica di una sorta di “proiezione difensiva” sull’altro come ci spiegano gli psicologi e pertanto troveranno sempre punti deboli su cui scaricare le loro rabbie personali, descrivendo come buio pesto anche una spendita giornata di sole dove, inevitabilmente, fa capolino qualche nuvola.
Tutto bene, tutto perfetto? No, no e ancora no! Provare a rispecchiare la realtà con i suoi errori, descrivere ciò che non sta funzionando da ciò che ci sta donando evidenti soddisfazioni, è il primo compito di chi racconta i fatti che, come tutte le cose umane, hanno luci ed ombre, gravissimo errore vedere solo le prime così come solo le seconde, e questo per convenienza o per cecità dettata da ignoranza, ancor peggio da presunzione o da una intelligenza sempre più orfana della parte migliore di quell’auspicata “intellighenzia”.
Pertanto, diventa necessario, per adesso, provare a risorgere dalle nostre ceneri, se non più belli, ci si augura almeno più forti di prima, noi, abitanti di una Catania che con tutte le sue storture, i suoi record negativi, quell’inseguire ansimando i canoni di città metropolitana, per adesso d’immediato, per mostrarsi in maniera decente agli altri, potrebbe esserci una palla che rotola verso categorie superiori. I fatti ci dettano questo, noi ne raccontiamo e ne auspichiamo le speranze e i sogni di una popolazione a cui è rimasto ben poco, a lei, mister Pelligra, il compito di tradurli in realtà: se davvero darà seguito alle sue parole siamo certi che non ci deluderà.