Pedofilia, polizia postale scopre rete internazionale: oltre 250 persone coinvolte

Pedofilia, polizia postale scopre rete internazionale: oltre 250 persone coinvolte

CATANIA – L’operazione “Cloud 2” contro la pedopornografia on-line coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania e condotta dalla Polizia Postale ha portato alla denuncia di 5 italiani denunciati, a 250 stranieri segnalati alle autorità di vari paesi e a un arresto.

L’attività di scambio di immagini e filmati di abuso sessuale di minori sul web non sembra conoscere soste.

Soltanto un paio di giorni fa è stata data la notizia della incriminazione dei componenti di un’associazione transnazionale finalizzata alla commissione dei reati di abuso sessuale, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico.

L’operazione “Cloud 2” è il seguito dell’omonima operazione che nell’ottobre 2013 ha consentito di trarre in arresto 3 persone e di denunciarne 17, di sequestrare ingente materiale pedo e di individuare 1500 account di posta elettronica in uso a soggetti di diverse nazionalità, utilizzati per scambiare file multimediali di pornografia minorile.

Le successive attività investigative condotte per oltre due anni sotto il costante coordinamento della Procura catanese hanno consentito agli investigatori etnei di acquisire prove sufficienti per incriminare un pensionato settantacinquenne di Rimini, tratto in arresto in quanto nei suoi computer sono stati rinvenuti oltre 6000 video e 2000 immagini pedo, un operaio trentaquattrenne di Firenze, già con precedenti specifici, un ventiquattrenne disoccupato della provincia di Milano ed un cinquantasettenne disoccupato di Cuneo.

La magistratura catanese ha contestato a tutti gli indagati il reato di detenzione di materiale pedopornografico.

Come detto, la certosina attività sottocopertura ha evidenziato le stesse responsabilità nei confronti di altri 250 soggetti stranieri, intervenuti nelle comunicazioni telematiche intercorse. Tra loro, si registra la presenza di soggetti con età compresa tra i 18 ai 65 anni, con profili che saranno analizzati dagli investigatori delle forze dell’ordine dei vari paesi interessati, ma a carico dei quali è comprovato l’avvenuto scaricamento e la condivisione del materiale pedopornografico.