Cronaca

Parco Gioeni in rovina, parla Orazio Arancio: “Mancano i servizi, il mio progetto sportivo resta a disposizione di tutti”

CATANIA – Non smette di soffrire il parco Gioeni, il grande polmone verde del capoluogo etneo ormai da tempo in declino a causa dell’incuria e della mancata manutenzione. Proprio nei giorni scorsi NewSicilia aveva puntato i fari sull’area pubblica, denunciando una situazione al limite della civiltà.

Questa situazione esiste da tempo“, racconta ai nostri microfoni Orazio Arancio, ex giocatore professionista di rugby e oggi consigliere nazionale del CONI. Proprio Arancio nella prima metà del 2018, in qualità di consulente allo Sport per la città di Catania sotto l’amministrazione Bianco, aveva presentato un progetto di riqualificazione che, se approvato, sarebbe stato in grado di ridare lustro al grande parco catanese oggi in totale abbandono.

Durante i miei otto-nove mesi da consulente del sindaco, vista la mia passione per lo sport, cercai di portare avanti questo progetto insieme a degli amici e agli ingegneri Emanuele Perrotta e Ignazio Lutri a titolo totalmente gratuito. Provai a contattare anche tutte le categorie sportive che potevano avere interesse a bonificare il luogo per poter fare attività all’aria aperta”.

Un progetto per un parco bellissimo – sottolinea Arancio – anche perché ci sono zone archeologiche come l’acquedotto romano che sarebbero state rivalutate. Avevamo immaginato la trasformazione di un’area abbandonata come ‘ciclo cafe’ e rimessaggio per le biciclette per le escursioni in salita. Idee simili a quelle attuate in altre città del Nord Europa dove c’è maggiore sensibilità per queste cose“.

La realizzazione del nuovo Parco dello Sport non avrebbe gravato minimamente sulle disastrate casse dell’amministrazione in quanto “a costo zero per il Comune“. L’intervento di riqualificazione avrebbe dovuto prevedere, infatti, l’intervento di privati e l’impatto ambientale sarebbe stato pressoché nullo. “Avevamo pensato anche a 4-5 aree di ristoro con nemmeno un metro cubo di cemento, il verde pubblico non sarebbe stato intaccato in nessun modo“, ricorda Arancio.

Un parco dunque rinnovato e fruibile a 360 gradi da parte di tutta la popolazione, sportiva e non: “Avevamo parlato con skateboarders, ciclisti, amanti di pallavolo, pallacanestro, calcetto e badminton. Ci sarebbe stato spazio anche per un percorso di parkour, nuova disciplina in grado di essere praticata in tutta sicurezza con tracciati disegnati dagli esperti per ricreare lo spazio cittadino. Sarebbe potuto essere ricollocato anche uno spazio per i cani in quanto lontano dalle abitazioni e al riparo da qualsiasi rumore. Nella piazzetta grande, inoltre, avevamo immaginato anche dei giochi per i bambini, ping pong, dama per gli anziani e un’area per le bocce“.

Nel mio pensiero – continua l’ex azzurro – su quest’area non si dovrebbe nemmeno chiedere il pagamento del suolo pubblico ma soltanto un servizio, ovvero l’impegno a mantenerla pulita e con l’interesse che non venga vandalizzata. Se, per esempio, io sono il proprietario di un chiosco nell’area dei bambini mi preoccupo della manutenzione, se si rompe qualcosa contatto il Comune per la riparazione. Una mano aiuta l’altra“.

Abbiamo il parco bello ma non ci va nessuno perché mancano i servizi, non abbiamo nemmeno i bagni a disposizione. Il progetto è donato, pronto per chiunque fosse venuto dopo. È un punto di partenza“, conclude l’ex consulente allo Sport cittadino. Al momento, tuttavia, nessuno sembra ancora essersi fatto avanti per riconsegnare al parco Gioeni la bellezza smarrita.

Salvatore Rocca

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