Pagamenti dentro a garage per assicurarsi gli appalti dei rifiuti e protezione: i dettagli dell’operazione “Gorgòni”

Pagamenti dentro a garage per assicurarsi gli appalti dei rifiuti e protezione: i dettagli dell’operazione “Gorgòni”

CATANIA – A conclusione di un’articolata e complessa indagine coordinata dalla D.I.A. di Catania, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare per 16 persone, coinvolte nella gestione illecita di rifiuti nei Comuni di Trecastagni, Misterbianco e Aci Catena.

L’operazione, denominata “Gorgòni”, come la triade di divinità mostruose che pietrificavano chi le guardava con il loro sguardo, è scattata 18 mesi fa, allo scopo di accertare l’esistenza di legami tra criminalità organizzata, funzionari della Pubblica Amministrazione e imprese operanti nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani.

A seguito dell’emissione, nel 2015, di un provvedimento di interdittiva antimafia, decretato nei confronti della E.F. Servizi Ecologici S.r.l. di Misterbianco, la D.I.A. ha avviato controlli per verificare se la società stesse anche gestendo appalti pubblici nei Comuni appartenenti alla sua giurisdizione.

Sono state trovate molte irregolarità nello svolgimento dei processi amministrativi per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti nei Comuni di Aci Catena e Misterbianco. A ciò si aggiunge che Vincenzo Guglielmino (Amministratore Unico della società E.F. Servizi Ecologici S.r.l.) aveva con la criminalità organizzata e con gli esponenti dei clan Cappello e Laudani dei rapporti molto stretti. Proprio nel Comune di Aci Catena era stata anche intavolata una trattativa tra Salvatore Massimiliano Salvo (esponente del clan Cappello) e Lucio Pappalardo (per il clan Laudani) per aggiudicarsi il servizio di raccolta dei rifiuti.

Guglielmino, l’indagato che meglio rappresenta la spregiudicatezza con cui certi imprenditori si rivolgono alla mafia, consegnava infatti regolarmente a Salvatore Massimiliano Salvo sostanziose quantità di denaro, in cambio di protezione da eventuali danni ai mezzi della propria impresa causati da clan rivali sul territorio catanese.