“Pa – pa -pa”, boom di ricerche su internet: quando la curiosità diventa invadenza

“Pa – pa -pa”, boom di ricerche su internet: quando la curiosità diventa invadenza

CATANIA – Bisogna sapere tutto di tutti, è questa la regola non scritta che i social hanno imposto ai loro utenti. Quella bramosia di venire a conoscenza dei fatti altrui, che in molti casi meriterebbero di rimanere privati, spinge anche la persona più riservata di questo mondo a sentirsi autorizzata a scavare nel recinto del proprio “vicino di casa”, senza curarsi di eventuali conseguenze.

È quello che è accaduto nel caso degli audio di WhatsApp contenenti conversazioni piccanti di una ragazza catanese con un altro interlocutore che sono improvvisamente diventate virali, divenendo di dominio pubblico anche all’infuori dei confini siciliani.

Una “smania” di sapere, dicevamo, perché in tantissimi si sono fiondati rapacemente sul web per entrare in possesso dei messaggi “incriminati” e soddisfare una dipendenza quasi ossessiva.

Pa, pa, pa” è il leit motiv che è riecheggiato sugli smartphone di tanti, addirittura manipolato con remix e montaggi, come a volersi prendere beffa di un istinto spontaneo e naturale che, in un’epoca dove la sessualità è stata sdoganata, non dovrebbe scandalizzare nemmeno il moralista più intransigente.

Dando uno sguardo a Google Trends, questo termine è stato uno dei più ricercati degli ultimi giorni. La concentrazione maggiore, secondo la piattaforma, si è registrata in Sicilia con valore massimo di 100, vale a dire il maggior picco possibile in un determinato periodo.

Altri valori, decisamente inferiori, si sono registrati in Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Campania. Anche in questo caso, come accaduto in passato, la privacy è stata violata e la vittima di turno è stata dato in pasto ai leoni, priva di qualsiasi difesa. Un fenomeno che, in un’epoca dove siamo tutti iperconnessi ma poco propensi alla partecipazione solidale, deve decisamente fare riflettere.

Fonte dati: Google Trends