CAMPOROTONDO ETNEO – Tra i vari disservizi nella provincia etnea, causa mancanza rete e conseguente mancato approvvigionamento idrico, anche Camporotondo Etneo è rimasto per ventiquattr’ore in stato emergenza, e se (per fortuna) buona parte del paese ha subito solo “sopportabili”, intermittenti, interruzioni di energia elettrica, lo stesso non si può dire del limitrofo Villaggio Sant’Antonio Abate, dove ottanta famiglie da sabato sera fino alle 17:40 circa di domenica sono rimaste prive di luce ed acqua con le immaginabili conseguenze non legate solamente alla mancata possibilità di contrastare l’anomalo caldo di questi giorni grazie ai condizionatori, ma anche, ad esempio, l’impossibilità di usare alcune apparecchiature mediche per patologie, anche se non gravissime, perché in questo caso la stessa protezione civile si era messa a disposizione per l’eventuale trasporto in strutture idonee, come ci riferisce il sindaco Filippo Rapisarda.
E abbiamo anche chiesto al primo cittadino del comune etneo quali sono le cause di questo stato d’emergenza: “Il problema della mancanza energia elettrica su tutta la provincia di Catania da diversi giorni è dovuto principalmente a un sovraccarico della rete considerando che ogni famiglia ha mediamente quattro condizionatori e forse, è ancora in fase di accertamento, dovuto anche ad allacci abusivi e così, di fatto, la richiesta di energia è di gran lunga superiore alla capacità di carico della rete”.
E come pensate di arginare il problema del Villaggio Sant’Antonio Abate?
“Visto il protrarsi della mancanza di energia elettrica – continua Rapisarda – come Comune abbiamo richiesto un gruppo elettrogeno ad Enel (Palermo), ma purtroppo lo stesso era già destinato ad Acireale per una emergenza che riguardava ben ottomila famiglie a fronte delle nostre ottanta. Nonostante ciò, si sono messi a disposizione anche se da stamattina stanno arrivando adesso. Pertanto, per dare un prima aiuto su indicazione della Protezione Civile, avremmo dovuto costituire un COC (Centro Operativo Comunale) che non possiamo istituire per la mancanza di una serie di caratteristiche come: la presenza H 24 di un comando di Vigili Urbani, e da noi è impossibile avendo meno di tre unità (due e mezzo considerando uno a 18 ore), un servizio comunale di Protezione Civile che non abbiamo e stiamo provando a costituire, un’associazione di volontariato anche questa mancante a Camporotondo. L’unica alternativa, sempre su suggerimento della Protezione Civile, era quella di fornire un locale refrigerato e la distribuzione di acqua e alimenti cosa che stiamo facendo richiedendo aiuto a dei volontari”.
Sarà il caso, ma proprio durante l’intervista veniva comunicato il ripristino, dopo ben ventiquattro ore, della corrente elettrica dovuto, da nota ufficiale, a un guasto in centrale e in cabina. Felici della riattivazione, sperando che la rete regga, considerando che il caldo asfissiante ancora non sembra voglia mollare la nostra provincia, come comunità etnea dovremmo provare a cogliere il meglio da tutte queste inenarrabili emergenze che hanno davvero messo a dura prova la pazienza di migliaia di cittadini in tutta la provincia che da giorni e giorni sono privati dei servizi essenziali come luce ed acqua. Ad esempio, nel nostro caso, è impensabile che un comune di cinquemila anime, come Camporotondo, non abbia un centro operativo comunale e alla nuova giunta, costituitasi da appena due mesi, non mancherà di certo il da farsi come ad esempio, conclude Rapisarda, costituire urgentemente il COC con altre figure cosa che sarà fatto nelle prossime ore.