Oro Rosso e Mercato Nero: le conseguenze sociali

CATANIA – Lo chiamano Oro Rosso e frutta ogni anno milioni di euro alla criminalità organizzata: parliamo del rame e delle ripercussioni che i suoi continui furti hanno sulla collettività.

I danni maggiori si hanno nelle ferrovie, nelle telecomunicazioni, nelle strade e autostrade: solo nel 2015, secondo Trenitalia, sono stati rubati 427.305 chili di rame per un valore di mercato di  4 milioni e 713,671 mila euro.

Nel triennio 2010-2012 Ferrovie dello Stato ha stimato un danno pari a 30 milioni di euro, di cui 12 milioni per gli interventi di ripristino. Nel 2013 9.386 treni hanno rallentato la circolazione per il furto dei cavi in rame e nel 2012 i furti stimati da Telecom Italia sono stati 2.601, in diminuzione del 26% rispetto al 2011.  

Ma i furti di rame non producono solo un danno economico, che costringe a continue manutenzioni per il ripristino delle reti danneggiate ma comportano anche una serie di conseguenze che ricadono su tutta la collettività, come: l’interruzione di energia elettrica, il rallentamento o addirittura il blocco di attività produttive agricole e industriali, l’interruzione delle reti di comunicazione e di trasporto.

Considerevole anche il dato riguardante i ladri che restano folgorati mentre tentano di rubare i cavi di rame che è uno dei migliori conduttori di elettricità. Le pagine di cronaca di tutti i quotidiani sono pieni di queste notizie che dovrebbero far desistere i ladri e dovrebbero rallentare il fenomeno. Invece no: i furti sono in costante aumento e alimentano un mercato illegale per finanziare le più svariate attività criminali, a stampo mafioso e non.

Per contrastare questo fenomeno criminale è stata organizzata anche una task force: l’Osservatorio nazionale sui furti di rame. All’Osservatorio partecipano tutte le istituzioni interessate al fenomeno come l’Agenzia delle Dogane, Confindustria, Ferrovie dello Stato Italiane, Enel, Telecom Italia, Vodafone Omnitel V.B. e Anie (Federazione nazionale imprese elettrotecniche e elettroniche).

L’organismo, istituito presso la Direzione centrale della polizia criminale, agisce secondo il principio della cosiddetta “sicurezza partecipata”, cui aderiscono tutti i soggetti pubblici e privati, che hanno possibilità d’intervento a fianco delle forze di polizia.

I principali compiti dell’Osservatorio sono: monitorare e valutare i furti, cogliendo eventuali collegamenti tra i furti di rame e le attività criminali nazionali e internazionali; proporre azioni di contrasto e prevenzione; promuovere apposite campagne pubblicitarie per diffondere la conoscenza del fenomeno, le conseguenze, come prevenirlo e contrastarlo; promuovere interventi legislativi.

 L’Osservatorio, inoltre, ha proposto una normativa per inasprire le pene per i criminali e il 15 ottobre 2013 è stata emanata una legge ad hoc.

I danni che questi furti infliggono alla collettività sono davvero ingenti: solo nel trasporto ferroviario nel 2015 si sono accumulate oltre 60 ore di ritardo ma anche le autostrade hanno i loro problemi con i “cercatori dell’oro rosso” basti pensare al caso della Lentini – Siracusa da mesi al buio a causa del furto di rame dai cavi dell’illuminazione.

Perché quest’aumento dei furti del rame?

Esiste una stretta relazione tra domanda e offerta: la richiesta di rame è sempre maggiore, soprattutto dai Paesi emergenti, ma non è soddisfatta dalla produzione e lavorazione che sono in calo. Questo alimenta un mercato illegale che cerca così di far fronte alle continue richieste, arricchendosi.

Un altro dato che emerge è il radicale cambiamento dell’“origine” dei “cercatori”: se prima era un mercato quasi esclusivamente gestito da extracomunitari d’origine slava, oggi gli italiani sono in costante aumento, come dimostrano gli ultimi maxi sequestri che hanno occupato le recenti pagine di cronaca.

Le aziende stanno iniziando a cercare di porre delle soluzioni efficaci al problema: Telecom Italia ha deciso di sostituire, nelle zone più colpite dal fenomeno, i cavi in rame con cavi in alluminio e sulle tratte interessate ha attivato un sistema di allarmistica, che in caso di manomissione scatta automaticamente avvisando la più vicina stazione delle forze dell’ordine; Ferrovie dello Stato sta mettendo in atto azioni per arginare il fenomeno, sostituendo, dove possibile, l’oro rosso con materiali alternativi e meno “pregiati” e proteggendo il rame con gabbie di cemento; Enel, in occasione della giornata mondiale per la Sicurezza e la Salute, ha lanciato una particolare campagna intitolata “Il rame ti ruba la vita”, un messaggio importante per sensibilizzare il grande pubblico sui rischi mortali legati al furto di rame.

Oltre alle aziende citate, vengono coinvolti anche i cantieri edili ma sicuramente i luoghi più inconsueti colpiti dal fenomeno sono i cimiteri, presi d’assalto dalle bande che trafugano suppellettili e contenitori in rame.

In Sicilia i dati sono preoccupanti soprattutto per quel che riguarda le Ferrovie dello Stato: solo nel 2015 sono stati danneggiati 787 treni; i danni maggiori sono riscontrabili sulla Avola-Cassibile dove sono stati registrati 17 furti nell’ultimo anno.

Quali sono i prezzi dell’oro rosso? Secondo una stima della Polizia di Stato, datata ormai dieci anni, erano stimati tra i 7-10 euro a chilo. Oggi i prezzi sono quasi dimezzati, 3-5 euro a chilo, tuttavia basta fare un rapido calcolo per capire che un furto di centinaia e centinaia di chili possa fruttare davvero molto.