Operazione “Varenne”, ecco come funzionava il mercato della droga tra Catania e Palermo: i DETTAGLI

SIRACUSA – Sono 12 gli arresti compiuti stamattina dai carabinieri di Siracusa nell’ambito dell’operazione “Varenne” che ha portato alla luce un traffico di sostanze stupefacenti tra il capoluogo aretuseo e le città di Catania e Palermo. Le indagini, avviate ad agosto 2018 dai carabinieri del N.O.R. della compagnia di Siracusa e rette dalla locale Procura della Repubblica, sono state condotte tramite servizi di osservazione, controllo e pedinamento, oltre che attraverso l’uso di telecamere e intercettazioni telefoniche.

Le sostanze trafficate erano cocaina, marijuana e hashish. Proprio ad agosto 2018 era stato arrestato Salvatore Di Fede, detto “il pelato”, in quanto trovato in possesso di circa 9 kg di hashish. I militari, sospettando che Di Fede fosse un importante acquirente di stupefacente per poi rivenderlo in città, hanno scoperto che l’uomo riusciva a continuare la sua attività di pusher nonostante gli arresti domiciliari, assistito da Claudio Barone e Massimo Torromosca.

Di Fede era solito utilizzare due canali per l’acquisto dello stupefacente. Il primo, facente capo al palermitano Giovanni Pasqua, fornitore di hashish, e il secondo attraverso individui catanesi, tra cui Rosario Sicurella, fornitore di hashish e cocaina, quest’ultima proveniente dalla Calabria. Barone si riforniva poi di droga a Palermo, tenendo contatti continui con persone non appartenenti al proprio nucleo familiare al fine di cedere la sostanza. Barone, inoltre, è stato arrestato per evasione dai militari, in quanto già agli arresti domiciliari.

Per l’approvvigionamento di hashish e cocaina entrava in cioco Torromosca. Nel corso delle indagini è emersa anche l’esistenza di un altro piccolo gruppo di spacciatori composto da Sebastiano Galeota, Giuseppe Bronzo e Giuseppe Greco. I tre si rifornivano dagli stessi uomini “fidati” di Di Fede, tra i quali Pasqua. Quest’ultimo, poi, era il punto di riferimento di altri soggetti autonomi come Francesco Paolo Zuccarello, Daniele Alì e Francesco Campanella.

E sempre da Pasqua deriva anche il nome dell’operazione “Varenne”, poiché egli lavorava ufficialmente nel mondo dell’ippica, professione che gli consentiva di spostarsi tra gli ippodromi siciliani per consegnare la droga. Lo stesso, nelle telefonate intercettate, utilizzare un linguaggio convenzionale legato al mondo dell’ippica per riferirsi alle sostanze.

L’hashish, per esempio, era così indicato come “sauro”, un cavallo dal tipico manto castano. I militari, nel complesso, hanno sequestrato 73 chilogrammi di hashish e 171 grammi di cocaina. L’introito stimato del giro di droga scoperto grazie a questa indagine, iniziata a marzo 2018 e conclusasi a novembre dello stesso anno, è di circa 350mila euro.

 

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