Operazione Tokhla: 11 arresti tra l’Italia e la Germania

CATANIA – Associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È questo il reato per il quale la polizia di stato, in collaborazione con il servizio centrale operativo, ha eseguito nelle ultime ore 11 arresti.

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“Si tratta di un’organizzazione che ha dato luogo a moltissimi viaggi della speranza a partire da maggio di quest’anno” così Giovanni Salvi, procuratore della Repubblica di Catania, ha spiegato le motivazioni  del provvedimento di fermo attivo tra l’Italia e la Germania.

E si perché un componente del gruppo Maesho Tesfamariam, che aveva trovato rifugio nella città di Muncheberg in Germania, è stato tratto in arresto in collaborazione con la polizia federale tedesca. Il suo nome è emerso anche dalle dichiarazioni dei parenti delle vittime del naufragio dello scorso giugno che avevano provato più volte a contattarlo per avere notizie dei propri congiunti.

La gran parte dei membri dell’organizzazione sono di origine eritrea. Ecco i loro volti e i loro nomi.

  

   

  

Flipos Abraha, Ali Abdallah Mahammed, Omer Ibrahim, Abdullatif Mohamed, Suleman Ibrahem, Kibrom Khasay, Mahamud Seid Mahamud Kar, Omar Munire Ibraim,Efrem Goitom,M Measho Tesfamaria e M Yemane Andemaria.

L’organizzazione internazionale sarebbe, dunque, responsabile della traversata conclusa con il tragico naufragio di un’imbarcazione carica di migranti avvenuto in acque internazionali, a largo delle coste libiche, all’inizio dell’estate causando la morte di 244 persone: nessun superstite.

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L’indagine ha portato anche al fermo di Yemane Anderiam, ritenuto responsabile dei reati di sequestro di persona, proprio perché teneva sequestrati questi ragazzini, e favoreggiamento della permanenza clandestina.

L’operazione parte subito dopo lo sbarco del 13 maggio scorso, nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” al porto di Catania. A raggiungere le coste sicule è stata la nave della marina militare italiana “Grecale”, con a bordo 206 migranti africani e 17 cadaveri.

“Dalle indagini è emerso che gli organizzatori delle traversate mettono i migranti in condizioni di pericolo al fine di obbligare le autorità italiane ad intervenire in soccorso – ha aggiunto il procuratore Salvi –  e diminuire i costi dell’organizzazione, evitando anche il problema dell’accoglienza. Per questo è molto importante colpire queste organizzazioni”.