CATANIA – Su disposizione del Tribunale di Catania, è stata avviata un’azione di confisca di un patrimonio, dal valore di circa 12 milioni di euro, illecitamente accumulato da William Alfonso Cerbo, ritenuto un membro di spicco del clan mafioso dei Mazzei detti “Carcagnusi” il quale è associato a Santo Mazzei come capo del clan. Questo provvedimento è stato eseguito dalle forze dell’ordine del Comando Provinciale di Catania.
In precedenza, nel mese di aprile del 2014, le attività investigative svolte dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (GICO) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania, su incarico di questa Procura distrettuale della Repubblica, avevano portato all’arresto di William Alfonso Cerbo, insieme ad altre 15 persone, nell’ambito dell’operazione Scarface Gli arresti sono avvenuti in relazione a diverse accuse, tra cui associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione.
Successive indagini patrimoniali hanno permesso di tracciare le attività illecite di Cerbo. Oltre alle pratiche di estorsione, recupero crediti e bancarotte condotte con metodi mafiosi, Cerbo avrebbe gestito attività imprenditoriali legate al clan mafioso Mazzei. I proventi delle attività illegali sarebbero stati reinvestiti nel settore legale attraverso la creazione di numerose imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche ed enti senza scopo di lucro, che risultavano intestate a prestanome, parenti e conviventi.
Sulla base delle prove raccolte durante le indagini, il Tribunale penale etneo ha emesso una sentenza confermata in appello e diventata definitiva nei confronti di William Alfonso Cerbo e altri imputati. Cerbo è stato condannato a una pena di oltre 7 anni di reclusione per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione. Contestualmente, è stata disposta la confisca definitiva di cinque società commerciali operanti nei settori delle costruzioni edili, immobiliari e turistico-balneari, con sedi operative in diverse città italiane.
Il patrimonio illecitamente acquisito sarà ora trasferito all'”Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati.”
Questo sforzo investigativo si inserisce in un più ampio contesto di azioni coordinate tra la Procura distrettuale e la Guardia di Finanza di Catania per contrastare la criminalità organizzata, in particolare mediante il monitoraggio delle attività finanziarie al fine di prevenire il riciclaggio e il reinserimento nel circuito economico legale di capitali illeciti.
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