Operazione “Pupi di pezza”, nelle intercettazioni i timori dello studio Pogliese: “E se ci monitorano?” – VIDEO

Operazione “Pupi di pezza”, nelle intercettazioni i timori dello studio Pogliese: “E se ci monitorano?” – VIDEO

CATANIA – Era un “sistema perverso” quello messo in piedi dallo studio Pogliese per consentire alle società in odore di fallimento di presentare i libri contabili in tribunale e chiudere definitivamente baracca.

Il meccanismo architettato dal commercialista Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania Salvo Pogliese, offriva ai suoi clienti un vero e proprio “pacchetto” di misure per consentire alle società di mettersi a riparo da possibili indagini.

Dalle intercettazioni diffuse in queste ore dalla procura di Catania emergono anche i timori dei protagonisti, consapevoli della gravità delle loro azioni. In un colloquio telefonico del 19 marzo 2018 tra Antonio Pogliese e Michele Catania, uno dei suoi associati, si parla infatti di possibili monitoraggi proprio da parte della procura etnea.

Questa è la cosa più pericolosa“, risponde Catania. Per l’associato dello studio, l’azione in questione non andrebbe infatti a toccare il prestanome, denominato un “pupo di pezza” da parte degli stessi, bensì per andare a colpire “qualcun altro“.

Da un’altra conversazione di Antonio Pogliese, tenuta stavolta con Concetta Galifi, viene ancora chiamata in causa la procura catanese in grado di potersi mettere in mezzo mentre si discute della cancellazione di una società dal registro delle imprese.