Operazione Gancio, dipendenti a completa disposizione e attività in nero in villa faraonica: “Ci pensa un padrino mio” – INTERCETTAZIONI

CATANIA – Nuova operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo nei confronti di 6 soggetti (3 dei quali agli arresti domiciliari e 3 destinatari di misure interdittive).

Sarebbero responsabili di concorso in corruzione continuata, accesso abusivo a un sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio a fronte di condotte delittuose messe in atto dagli avvocati Sergio e Settimo Daniele Rizzo e da dipendenti “infedeli” di Riscossione Sicilia s.p.a. (sedi di Catania e Messina).

Le indagini sono state svolte tra gennaio e luglio 2017, dove sono state rilevate circa un centinaio di accessi abusivi per conto dello studio legale.

Un sistema ben collaudato tramite il quale l’ufficio dell’avvocato sarebbe riuscito a portare avanti un’importante attività promozionale grazie alle informazioni che avrebbe avuto in anticipo e senza alcun costo.

L’avvocato Sergio Rizzo avrebbe potuto contare sul totale asservimento dei dipendenti di Riscossione, Rosario Malizia e Giovanni Musmeci, i quali avrebbero beneficiato di varie utilità in denaro, che variavano dai 25 ai 70 euro per ogni comunicazione informale di dati relativi alla posizione fiscale debitoria di un contribuente, o della fornitura di beni (televisori e climatizzatori) e di posti di lavoro (svolgimento di un tirocinio in un centro di fisioterapia) a vantaggio di propri familiari.

I dipendenti sarebbero stati sempre a loro disposizione, anche durante il periodo di vacanze, mettendo da parte le regolari pratiche.

Un circolo vizioso che avrebbe danneggiato sia gli altri professionisti del settore sia i contribuenti che a volte non sarebbero riusciti a presentare l’istanza in tempo utile.

Inoltre, il padre avrebbe svolto la sua attività in nero in una villa faraonica, servendosi dello studio del figlio.

È stata anche perquisita la casa di Sergio Rizzo, dove vi era un’intera area adibita a ufficio, in cui sarebbero stati conservati pratiche, schedari e documentazione di Riscossione Sicilia fino al 2018, dimostrazione del fatto che l’illecito sarebbe stato continuato anche dopo il periodo preso in esame.

Come emergerebbe dalle intercettazioni, si sarebbe creato un forte legame tra di loro: “Io ho i condizionatori, fortunatamente c’è un padrino mio (Sergio Rizzo) che ci sta pensando lui a comprarli”.

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