Operazione Differenziata, Zuccaro: “Determinanti per le indagini le denunce dei dipendenti del Comune”

Operazione Differenziata, Zuccaro: “Determinanti per le indagini le denunce dei dipendenti del Comune”

SAN PIETRO CLARENZA – Un giro di corruzione per migliaia di euro e per far lavorare le persone più care e vicine a chi amministrava il paese e scelte aziendali per tenere sotto controllo i propri interessi. Bastano queste frasi per riuscire a sintetizzare il contenuto dell’operazione Differenziata, che questa mattina ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti.

La Progitec S.r.l., guidata da uno degli indagati, il 41enne Angelo La Piana, a partire dal 2015, oltre alla partenza dell’appalto iniziale a San Pietro Clarenza, avrebbe visto una crescita esponenziale del numero dei dipendenti e dei propri appalti, alcuni dei quali attualmente ancora in proroga. La società nel 2016 avrebbe gestito la raccolta dei rifiuti a Santa Maria di Licodia, sempre nel Catanese, e l’anno dopo si sarebbe spostata a Cassano all’Ionio, in Calabria. Nel 2018 sarebbe sbarcata a Pozzallo, nel Ragusano, Carlentini, nel Siracusano, Villarosa, nell’Ennese, e persino a Giardini Naxos, nel Messinese.

Tra gli indagati, riveste un ruolo particolare un uomo di 40 anni, che avrebbe svolto il lavoro alla Progitec, ma di fatto anche quello al Comune fino a ottobre 2018, come collaboratore del geometra Michele Faro, 61 anni. Nel periodo in cui avrebbe adempiuto a entrambe le funzioni, avrebbe avuto libero accesso alla Pec del Comune di San Pietro Clarenza per preparare gli atti tramite i quali si rinnovava l’affidamento del servizio alla società ed emblematica in questo senso sarebbe proprio una telefonata tra lui e Faro. A Calandrino pare sia stato promesso un posto di lavoro fisso, promessa però non ancora mantenuta secondo gli inquirenti.

Un’altra figura particolare nell’ambito delle indagini era quella della compagna del sindaco Giuseppe Bandieramonte. Il suo lavoro di dipendente della Progitec, non svolto nella realtà secondo gli inquirenti, almeno nel periodo in cui sono state effettuate le intercettazioni, era retribuito per 50mila euro annui. Come affermato dal capo della Procura della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, per scoprire questo illecito giro di affari è stato determinante l’apporto di alcuni dipendenti comunali che hanno segnalato quanto accadeva.

Il primato di Comune virtuoso riguardo alla raccolta differenziata sarebbe stato mantenuto in modo “particolare”: quando c’erano delle micro discariche da eliminare in alcuni punti del paese, contenenti anche amianto, sostanza per la quale la Progitec non era autorizzata a intervenire, il sindaco avrebbe preferito far effettuare un’attività di bonifica, con una spesa maggiore di fondi pubblici, allo scopo di tenere bassa la percentuale di differenziata del Comune.