CATANIA – Lo scorso 9 maggio il dottor Francesco Luca, 62 anni, ha presentato per motivi personali le proprie dimissioni dall’incarico di direttore sanitario dell’Asp di Catania. Luca era tra le persone coinvolte nell’operazione denominata “Black Job”.
A pochi giorni dall’inchiesta portata a compimento dagli uomini della guardia di finanza etnea – che ha travolto l’ispettorato del lavoro – l’oramai ex direttore sanitario ha deciso di fare un passo indietro: il giudice per le indagini preliminari aveva infatti disposto per lui un allontanamento dal lavoro per un anno.
Dalle indagini, iniziate nei primi giorni di maggio, erano emersi almeno 4 casi lampanti di favoreggiamento che vedevano coinvolti i politici e i funzionari dell’Ispettorato del lavoro. In particolare, un episodio ha coinvolto Domenico Tito Amich, 65 anni, attuale direttore sanitario dell’ASP di Catania che dagli arresti domiciliari è finito in carcere di recente, Francesco Luca, e un ingegnere, Ignazio Maugeri.
Luca e Maugeri, in quell’occasione, avevano chiesto indebitamente ad Amich un’attestazione di avvenuti versamenti di somme relative ad assegni familiari riconosciuti ai dipendenti dell’ENAIP per fronteggiare un procedimento penale aperto nei confronti di Luca alla sede di Trapani. In quella occasione, infatti, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro trapanese aveva effettuato un controllo nei confronti dell’ENAIP e dal quale erano emerse violazioni penali. In cambio, Amich aveva chiesto e ottenuto da Luca, in ragione del suo precedente ruolo di direttore dell’ASP di Catania, la promessa di assumere a tempo determinato il fidanzato della figlia in alcuni ospedali etnei.
I legali di Luca, Carmelo Calì e Carmelo Peluso, hanno scelto la strada del massimo riserbo: non vogliono replicare alle accuse, né svelare le loro prossime mosse.
