CATANIA – L’avevamo detto già un mese fa che alcune Ong, impegnate nel mare Mediterraneo per “salvare” gli emigrati, erano in combutta con le bande criminali libiche, i cosiddetti trafficanti di esseri umani. E non solo, avevamo evidenziato, anche, il pericolo del foraggiamento di alcune Organizzazioni non governative che prelevavano, previo accordo con i trafficanti, i poveri disgraziati provenienti dall’Africa sub sahariana, dietro appuntamenti specifici a pochi metri dalla costa libica. Adesso le denunce del procuratore Carmelo Zuccaro non bastano più, si deve agire.
E così il Governo italiano, visto il bailamme politico mediatico che si è scatenato con le invettive dei partiti dell’opposizione, vuole che intervenga il Consiglio superiore della magistratura per zittire il procuratore Zuccaro e fare una scelta decisiva, o che si avviino le indagini da parte degli investigatori, o si chiuda il discorso, una volta per tutte con santa pace per le Ong.
La questione, a quanto pare, non è cosa da poco perché le parole del procuratore capo di Catania fanno capire che il fenomeno illegale non è un fatto ristretto e circoscritto, ma addirittura tale che non può interessare solo e unicamente lo Stato italiano. Il procuratore Zuccaro ha dichiarato che ci sono Ong, come Medici senza frontiere che operano correttamente, ma altre dotate di risorse finanziarie immani e pronte a destabilizzare l’economia italiana, per il gigantesco business a cui sono interessate, tanto da permettersi di prendere accordi con i trafficanti per lo sbarco dai gommoni libici e l’imbarco nelle loro navi, a mezzo di contatti provati.
Chi ci sta dietro a questa regia? Non possiamo nè saperlo nè dimostrarlo, è alla magistratura che spetta il gravoso compito; certo è che il fenomeno migratorio dall’Africa, per come gestito negli ultimi tempi, non riguarda solamente l’affaire criminale dei trafficanti, ma la presenza di associazioni di volontari, tipo alcune Ong, nate ieri l’altro, peraltro dotate di “barche di soldi” tanto per rimanere in tema e senza conoscerne la provenienza, che lasciano seri dubbi; interrogativi, addirittura, corroborati da una intercettazione fatta su una telefonata tra i trafficanti libici e una nave Ong: “Potete mandarli … noi siamo qui”.
Se poi aggiungiamo che tra aprile e marzo risulta decuplicato i numero degli sbarchi, con la presenza nel mare libico di 14 navi “di soccorso Ong”, vuol dire che c’è qualcosa di molto grande che non va; insomma non stiamo parlando di quisquilie o bruscolini o pinzillacchere.
Giuseppe Firrincieli