“One Day Music” modello di mobilità sostenibile

“One Day Music” modello di mobilità sostenibile

CATANIAPer il “One Day Music Festival”, un concerto organizzato per l’uno maggio alla Playa di Catania, gli organizzatori si aspettavano una grande affluenza. Hanno così previsto delle navette da e per il centro di Catania. Una ogni ora. Assodato che l’Amt o l’Amministrazione Comunale non riescono a programmare una piano di mobilità sostenibile o anche solo dei microprogetti che possano agevolare una mobilità più intelligente in città ci chiedevamo –  scrive l’associazione Mobilità Sostenibile Cataniase non fosse il caso che l’iniziativa venga presa, a questo punto, dalla imprenditoria privata.

I gestori dei lidi della Playa non potrebbero organizzare, ad esempio, per il periodo estivo delle navette per portare i catanesi a mare ed evitare lo scempio dei parcheggi abusivi ed il tappeto di auto che si crea nei torridi mesi estivi?

Le navette potrebbero partire dal parcheggio scambiatore di piazza Alcalà ed anche da diversi punti della città (dal parcheggio Sanzio ad esempio). Nell’operazione ci guadagnerebbero tutti. I lidi che, a fronte di una spesa contenuta (che comunque verrebbe divisa fra tutti), porterebbero tanta gente alla Playa. Gli utenti che non vivrebbero l’incubo di fare code nel traffico.

La dignità di una città che a causa della propria inefficienza è costretta a tollerare, chiudendo gli occhi, parcheggi abusivi gestiti dalla mafia. L’ambiente che non verrebbe saturato di smog per un percorso in fondo assai breve.

I ciclisti e chi decide di raggiungere la Playa in modo sostenibile (con i mezzi pubblici ad esempio). Il decoro della Playa che potrebbe essere restituito a cittadini ma soprattutto a turisti che potrebbero essere attratti dalla originalità di un bel litorale sabbioso in città. L’economia del comparto dell’accoglienza del turismo che (magari partecipando alla spesa insieme ai lidi) potrebbe “vendersi” il mare in città.

Senza contare poi che la attività, gestita da una impresa privata, farebbe nascere posti di lavoro legali che andrebbero a sostituirsi a quelli illegali dei parcheggiatori abusivi. Naturalmente il massimo sarebbe prevedere una pista ciclabile che colleghi il mare alla città, magari come quella che si vede in foto, immaginata dalla nostra attivista Annamaria Pace e realizzabile con quattro soldi (rispetto a quanto costano in media le opere pubbliche) e con benefici incommensurabili sia in termini di vivibilità dei luoghi naturali che Catania ha la fortuna di avere assai vicini al centro urbano, che in termini di introiti economici per la città.

Certo se i soldi che l’Europa ci aveva erogato per realizzare una pista ciclabile non fossero stati stornati per la realizzazione della fontana del Tondo Gioeni (investimento inutile a nostro modesto parere) già oggi avremmo i fondi disponibili e probabilmente del tutto sufficienti trattandosi di più di 800 mila euro”.