CATANIA – Torna a far parlare uno dei casi di cronaca che più hanno scosso il capoluogo etneo negli ultimi dieci anni: la morte dell’ispettore capo della polizia di Stato Filippo Raciti. Quando sembrava ormai che la dinamica dell’omicidio fosse stata chiarita, ecco che si parla di una possibile riapertura delle indagini.
Dopo la morte dell’ispettore, nel 2010 è iniziato l’iter giudiziario che inizialmente ha identificato un unico colpevole: Antonio Speziale, in quegli anni ancora minorenne. Trascorsi pochi anni, alla colpevolezza di Speziale viene associata quella di Daniele Natale Micale, che nel 2007 aveva ventitrè anni.
Quei violenti scontri oggi tornano alla ribalta perché in seguito a una nuova denuncia di Speziale, il sostituto procuratore generale Sabrina Gambino, sebbene abbia rifiutato la richiesta di opposizione all’archiviazione del caso, ha ordinato l’invio degli atti alla procura della Repubblica di Catania, perché valuti la richiesta di riapertura delle indagini.
“Siamo speranzosi nella riapertura delle indagini per la falsa testimonianza rilasciata da Salvatore Lazzaro” dichiara l’avvocato Giuseppe Lipera, legale di Antonio Speziale accusato dell’omicidio.
Al centro della denuncia di Speziale vi sarebbe un servizio televisivo trasmesso dall’emittente nazionale La7, in cui viene intervistato Salvatore Lazzaro, autista del discovery della Polizia che secondo la tesi difensiva di Speziale avrebbe colpito in retromarcia Filippo Raciti.
Sono trascorsi più di 8 anni da quella assurda notte del 2 febbraio 2007 quando il piazzale antistante lo stadio Angelo Massimino si trasformò in un vero e proprio campo di guerra civile tra i tifosi della squadra del Catania e quelli palermitani.