Omicidio maresciallo Alfredo Agosta: a 37 anni dalla morte il ricordo del militare ucciso dalla mafia a Catania

Omicidio maresciallo Alfredo Agosta: a 37 anni dalla morte il ricordo del militare ucciso dalla mafia a Catania

CATANIA – Sono passati 37 anni dalla sera del 18 marzo 1982 in cui venne ucciso dalla mafia a colpi d’armi da fuoco il maresciallo Alfredo Agosta.

Il militare, investigatore preparato e scrupoloso, venne ucciso con proiettili sparati a bruciapelo, in un bar di via Firenze, all’angolo con viale Vittorio Veneto, mentre stava prendendo un caffè all’interno in compagnia di un confidente.

Alfredo Agosta è morto a 49 anni, lasciando la moglie, Galerana Catona, e 3 figli: Giovanni, Antonio e Giuseppe, all’epoca dei fatti minorenni.

L’omicidio del militare è avvenuto nel periodo in cui le cosche mafiose catanesi (Santapaola, Pillera, Cappello, Ferlito) erano in guerra tra loro per il traffico di stupefacenti e armi e per le estorsioni.

Il valore di Agosta è stato riconosciuto grazie ai decreti del Ministero dell’Interno che lo hanno annoverato tra le “vittime del dovere” e le “vittime della criminalità organizzata”. In ricordo del maresciallo, sono state consegnate, oltre ad altri riconoscimenti, anche la medaglia d’oro Ordine Pubblico, la medaglia d’oro al Valore dell’Arma dei carabinieri e e la medaglia d’oro al Merito civile.

A ricordare il suo forte senso del dovere e della giustizia fino all’estremo sacrificio una targa in via Firenze, nel luogo del brutale assassinio (posizionata a giugno dello scorso anno) e un murale in via Cesare Beccaria che capeggia sulle pareti perimetrali del carcere del capoluogo etneo.

Proprio quel murale, voluto dall’associazione AddioPizzo e inaugurato il 2 luglio 2013 nell’ambito del progetto “Un muro contro la mafia“, funge oggi da strumento di esercizio della memoria per ricordare alle nuove generazioni, ma non solo, alcune delle vittime che sono cadute per mano mafiosa. Figurano, infatti, nel gigantesco murales anche i ritratti del giornalista Giuseppe Fava (freddato il 5 gennaio 1984); del commissario della squadra mobile di Palermo, Beppe Montana (ucciso da Cosa Nostra il 28 luglio 1985); del magistrato Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie W. Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi (che hanno perso la vita nella strage di via D’Amelio del 19 luglio del 1992); dell’imprenditore catanese Libero Grassi (assassinato nel capoluogo siciliano il 29 agosto 1991); del poliziotto Giovanni Lizzio (morto per mano mafiosa il 27 luglio 1992); dell’agente ennese Lugi Bodenza (ucciso a Catania il  25 marzo 1994); e dell’avvocato Serafino Famà (freddato a colpi di pistola nel capoluogo etneo il 9 novembre 1995).

Fonte immagine: Wikipedia