CATANIA – Cade la dichiarazione di Emanuele Impellizzeri che lo avrebbe visto uccidere la sua vicina di casa Chiara Ugolini spingendola e facendole battere la testa: dall’autopsia effettuata ieri sarebbe risultato che a uccidere la 27enne sarebbe stato uno straccio imbevuto di liquido corrosivo, verosimilmente candeggina.
La ragazza presentava un’unica fuoriuscita di sangue dalla bocca, compatibile con l’ipotesi di emorragia interna, ma nessun segno di contusione al corpo o alla testa. Nonostante sia stato già accertato che la giovane non ha subìto violenze sessuali, non si esclude ancora l’ipotesi dell’omicidio sessuale. A insospettire gli inquirenti sarebbero stati i graffi che Emanuele Impellizzeri presentava sul viso e sul collo, segni di una colluttazione violenta.
L’omicidio è avvenuto lo scorso 5 settembre. Indagato per l’omicidio di Chiara – trovata senza vita dentro il suo appartamento dal fidanzato – è Impellizzeri, 38enne di origini catanesi ma residente a Calmasino di Bardolino (Verona), vicino di casa della sua stessa vittima.
Sembrerebbe che il movente dell’omicidio sia stato la vendetta: Chiara aveva sentito Emanuele litigare con la propria compagna, sarebbe dunque intervenuta per sedare gli animi. Il giorno dopo lui l’avrebbe uccisa.
Sulle spalle di Emanuele Impellizzeri gravavano già una condanna per rapina, reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali e agli arresti domiciliari nella palazzina dopo un episodio legato a una rissa.