CATANIA – Il movimento di società civile Cittàinsieme, da oltre trent’anni attiva per quanto riguardano le problematiche interne al territorio di Catania, fa un consuntivo su un recente incontro tenutosi lunedì sera in sede denominato Oltre la Metro e relativo al problema della mobilità a Catania e in direzione dei territori provinciali e regionali.
Presenti l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, l’assessore alla Viabilità del Comune di Catania, Giuseppe Arcidiacono, il presidente Amt, Giacomo Bellavia, e il direttore generale della Ferrovia Circumetnea, Salvatore Fiore.
Ci si è confrontati su diversi punti. Dal trasporto urbano su gomma alla metropolitana, dai sistemi complementari di trasporto alla gestione della sosta, fino ai nuovi progetti in cantiere. Tanti sono stati gli annunci: dalle nuove tratte della metropolitana che in futuro collegherà Adrano, nel Catanese, con l’aeroporto, alla monorotaia “Stazione Milo-Parcheggio S. Sofia”, passando per il potenziamento della Ferrovia Circumetenea con la chiusura dell’anello. E ancora: la bigliettazione integrata, le piste ciclabili, i Brt, i nuovi parcheggi, il car-sharing regionale, i benefici della fusione Amt–Sostare, l’incremento delle telecamere e la pedonalizzazione di spazi urbani. Tutti aspetti che fanno ben sperare per una mobilità sempre più proiettata in un’ottica metropolitana.
“Ma, accanto alle ‘buone notizie’ – afferma Mirko Viola, segretario dell’associazione –, ve ne sono altre tutt’altro che confortanti. Sono le questioni irrisolte che toccano la nostra quotidianità“.
I cittadini che fuoriescono dalle stazioni della Metro, sempre che vi riescano, data l’assenza in alcune fermate di ascensori e scale mobili, si ritrovano con una qualità dell’aria pessima, causata sia da un elevato tasso di motorizzazione (con 70 auto ogni 100 abitanti), sia dalla mancata progettazione e attuazione di interventi antinquinamento ambientale e acustico.
Chi cammina a piedi, sempre che riesca a superare le troppe barriere architettoniche, deve districarsi tra auto parcheggiate sui marciapiedi o in doppia e tripla fila oppure che transitano tranquillamente all’interno di zone a traffico limitato e aree che dovrebbero essere pedonali e che vengono invece costantemente violate. A ciò si aggiungono i cronici ritardi degli autobus, con l’Amt che non ha ancora ultimato il riassetto delle linee e che ha dovuto ridurre il chilometraggio a causa del dissesto finanziario del Comune.
Problemi questi, insieme a tanti altri, che vanno affrontati subito. È stata riscontrata la buona volontà degli amministratori presenti all’Assemblea e questo conforta l’associazione. Ma non basta per cambiare lo stato delle cose. Serve, in chi governa, visione politica che non si riesce al momento a intravedere. Se ci fosse, avremmo probabilmente già il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile e attuato buona parte del Piano Generale del Traffico Urbano.
Senza un’idea chiara sulla direzione da prendere, infatti, si rischia di creare opere bellissime e finanziatissime coi fondi europei, ma sganciate da un contesto generale che ha bisogno di inter-modalità, efficienza, coesione tra il centro urbano e le conurbazioni dell’hinterland, le quali ormai non possono che comporre, insieme, la Città Metropolitana.
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