Oggi è la Giornata mondiale del Teatro: ecco l’esperienza di una giovane attrice

CATANIA – Oggi, 27 marzo, si celebra la giornata mondiale del Teatro, creata a Vienna nel 1961 durante il IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro su proposta di Arvi Kivimaa a nome del Centro Finlandese.

Dal 27 marzo 1962, la Giornata internazionale del Teatro è celebrata dai Centri Nazionali dell’I.T.I. che esistono in un centinaio di paesi del mondo, tra i quali l’Italia. L’I.T.I è stato creato nel 1948 dall’U.N.E.S.C.O ed è la più importante organizzazione internazionale non governativa nel campo delle arti della scena.

Come spiegato dall’Istituto Internazionale del Teatro: “Il teatro riunisce e la Giornata Mondiale del Teatro è la celebrazione di questa volontà. Questa celebrazione rappresenta l’opportunità per gli artisti della scena di condividere, con il pubblico, una certa visione della loro arte e il modo con cui quest’arte può contribuire alla comprensione e alla pace tra i popoli“.

In occasione di questa celebrazione abbiamo voluto intervistare una giovane attrice amatoriale di teatro, Giovanna Stellino, 20 anni, che ha voluto raccontare ai nostri microfoni la sua esperienza.

Naturalmente, in un momento storico come quello attuale, dove tutti gli spettacoli e teatri sono chiusi, non potevamo non chiedere come il mondo del teatro stia vivendo questa emergenza.

Giovanna ci spiega: “Questa emergenza sanitaria il mondo del teatro la sta vivendo abbastanza male perché, come si può immaginare, per  un attore è difficile pensare che un suo spettacolo venga sospeso, rimandato a data da destinarsi. Per non parlare dei registi che ci lavorano da mesi a quello spettacolo e se lo vedono sospendere da un momento all’altro”.

“Io, fortunatamente, l’ho visto diversamente in quanto mi era stato comunicato che avrei recitato un monologo una settima prima dello spettacolo, che sarebbe stato l’otto marzo, però, se pensiamo agli attori, soprattutto quelli professionisti, che magari si preparano da mesi, è un ‘colpo al cuore”.

Poi, la giovane attrice, dato che in questi giorni di momentanea sospensione degli spettacoli al fine di ridurre il contagio del COVID-19, ci ha parlato del rapporto tra teatro e tecnologia e di come il teatro possa raggiungere le persone anche se guardato in televisione.

Quando penso a teatro e tecnologia, mi vengono subito in mente tutti i video che si fanno nel momento in cui c’è una prima di uno spettacolo di portata internazionale, a esempio il musical Notre Dame de Paris. Le inquadrature – spiega Giovanna – hanno un potere impressionante perché, una cosa è inquadratura fissa dello spettatore che va a teatro e il suo sguardo è su tutto il palco, un’altra cosa l’inquadratura televisiva. Infatti, quest’ultima permette di vedere i dettagli, un personaggio da vicino e i piccoli movimenti che magari al teatro potrebbero sfuggire, come quando Frollo, in Notre Dame de Paris, accarezza leggermente il personaggio di Esmeralda senza farsi notare. Inoltre, queste inquadrature permettono al ragazzo che magari si annoia ad andare al teatro, a essere più incoraggiato nella visione dello spettacolo. D’altra parte, però, il teatro, inteso anche come luogo, è pur sempre il teatro“.

Partendo proprio dall’ultimo punto, abbiamo chiesto a Giovanna quale sia il rapporto tra i giovani e il teatro.

Purtroppo – ci spiega la giovane attrice – c’è un interesse minore molto minore da parte dei ragazzi, ma non è colpa del teatro è colpa di come si propone la visione di uno spettacolo. Io porto la mia esperienza: io sono in una compagnia cittadina amatoriale e parte delle persone che recitano sono persone tra i 40-50 anni. Sono bravissimi attori, però sono adulti che propongo dei grandi classici come possono essere quelli di Eduardo Di Filippo e chi non lo conosce dice ‘ma chi è questo vecchio? cos’è questa cosa? A me non me ne frega niente’. Il teatro, anche quando si parla di grandi classici, va spiegato e portato sotto un’altra luce al fine di far comprendere al meglio anche i sentimenti degli attori“.

“È vero anche che il teatro viene proposto in molte occasioni, anche a scuola, come la recita scolastica, però – sottolinea Giovanna – se fai spettacoli teatrali spesso passi come uno ‘sfigato’, quando invece andrebbe spiegato che il teatro, almeno secondo me, aiuta molto i ragazzi, soprattutto in età adolescenziale”.

“Io prima di iniziare teatro 7 anni fa, ero una persona timidissima, ma del momento in cui sono entrata in questo mondo, ho cominciato ad avere i primi ruoli e sono riuscita a sconfiggere la timidezza. Ma non solo, attraverso l’interpretazione dei personaggi, crei una sorta di empatia con essi e questo ti accresce l’anima”.

“Ma non solo, il teatro accresce anche solo da spettatori. Perché, come si sa, durante uno spettacolo è buona la prima e quindi, anche se non vi sono effetti scenici eccessivamente particolari, il solo vedere le emozioni, l’interpretazione e l’impegno che mette un attore può far crescere. Perché la lontananza nel teatro è relativa“.