Odissea al Comune di Catania: oltre 3 ore per la carta d’identità elettronica, va a casa a mani vuote

Odissea al Comune di Catania: oltre 3 ore per la carta d’identità elettronica, va a casa a mani vuote

CATANIA – Oltre tre ore per compiere un’operazione che potrebbe completarsi in pochi minuti e alla fine, il protagonista della nostra storia, è tornato a casa a mani vuote: senza la propria carta d’identità elettronica.

“Sono qui al punto anagrafe Porte di Catania, da questa mattina alle 8,45 – ha spiegato Marco, il malcapitato dell’appuntamento ‘eterno’ nella sede distaccata del Comune, quando l’orologio segnava le 12 -. Speravo di risolvere presto, normalmente questo tipo di operazioni non dovrebbero richiedere troppo tempo e volevo arrivare a lavoro in orario, ma credo sia impossibile e questo è un grave problema per me”.

Come molti sapranno, dallo scorso 28 settembre, gli uffici preposti del Comune di Catania, con un calendario stabilito, emettono la cosiddetta CIE.

Secondo quanto riporta il sito ufficiale curato dall’amministrazione etnea, infatti, coerentemente con quanto disposto dalla Circolare numero 4 del Ministero dell’Interno, Direzione Centrale per i Servizi Demografici, che risale al 3 dicembre scorso, a parte casi eccezionali, non è più possibile emettere la versione cartacea.

Per “casi eccezionali” si intende quelli di “reale e documentata urgenza segnalati dal richiedente per motivi di salute, viaggio, consultazione elettorale e partecipazione a concorsi o gare pubbliche”: in questo caso è possibile emettere velocemente la carta d’identità in formato cartaceo, che viene rilasciata anche nel caso in cui il cittadino sia iscritto nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE).

Nello specifico a Catania sono 11 le sedi decentrate del Comune. Di seguito l’elenco e la rispettiva data a partire dalla quale forniscono la CIE:

  • anagrafe Centrale S. Leone, via La Marmora 23: dal 28 settembre 2017;
  • anagrafe Monte Po, via L. Vigo 43: dal 10 ottobre 2017;
  • anagrafe Barriera, via Frassati 2: dal 10 ottobre 2017;
  • anagrafe Vulcania, via R. Giuffrida Castorina 10: dal 10 ottobre 2017;
  • anagrafe S.G. Galermo, via Don Minzoni 40: dal 18 ottobre 2017;
  • anagrafe via Zurria 67: dal 18 ottobre 2017;
  • anagrafe stradale S. Giorgio 27: dal 25 ottobre 2017;
  • anagrafe Picanello, via Duca degli Abruzzi 69G: dal 25 ottobre 2017;
  • anagrafe viale M. Rapisardi 295: dal 25 ottobre 2017;
  • anagrafe via Galermo 254: dal 25 ottobre 2017;
  • anagrafe Porte di Catania S.S. Gelso Bianco: dal 25 ottobre 2017.​

Fin qui tutto molto bello e apparentemente pratico e veloce, ma ecco che arriva il problema: a partire dal 10 ottobre, è iniziato il progressivo assorbimento dell’archivio comunale da parte di quello del Ministero degli Interni e lì è scoppiato il caos. Rallentamenti eccessivi nel sistema, che, a volte, non riesce ad acquisire i nuovi dati e quindi può anche rendere impossibile il lavoro del personale.

“È un problema condiviso da molte sedi, ci sono giorni che va bene e giorni in cui sia l’utenza, sia noi dell’ufficio, buttiamo all’aria intere giornate di lavoro senza ottenere il nostro obiettivo – spiega un’impiegata del punto anagrafe Porte di Catania -. Quando accadono problemi del genere, non possiamo che metterci a chiamare e sperare che la situazione si risolva presto”.

Si tratterebbe un disservizio telematico, quindi, quello che spesso provoca i rallentamenti. Ma spieghiamo come dovrebbero andare le cose se effettivamente il servizio funzionasse a dovere.

Chi ha urgenza di ottenere il documento, prenota un appuntamento online sul sito del Ministero dell’Interno (link reperibile sul sito del Comune di Catania) che, con una cadenza di un’ora dal precedente, fissa la data e l’orario. Una volta raggiunta la sede prescelta, in base alle urgenze dell’utente, basterebbe semplicemente fornire le proprie generalità, il tesserino sanitario, il precedente documento, una foto tessera e il gioco sarebbe fatto.

E qui il condizionale ci sta proprio bene, perché il problema è che oggi, al nostro Marco, niente di tutto questo è successo: non solo ha perso il proprio appuntamento di lavoro, ma è anche tornato a casa “con le pive nel sacco”. E domani è un altro giorno, buona fortuna!