CATANIA – “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. È la celebre frase de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ed è anche, tristemente, lo specchio di quanto accaduto nei giorni scorsi a Catania. Con un decreto firmato dall’arcivescovo Mons. Luigi Renna, è stato ufficialmente revocato il commissariamento dell’ODA Catania dopo ben otto anni.
ODA Catania, cambiare tutto per non cambiare nulla
“Una notizia che avrebbe potuto rappresentare una svolta, ma che nei fatti si è rivelata solo un’operazione di facciata“. A dichiararlo in una nota stampa è Usb Lavoro Privato Catania. Che continua: “Il nuovo Consiglio di Amministrazione è guidato, guarda caso, dallo stesso avvocato Adolfo Landi, che fino a ieri ricopriva il ruolo di commissario straordinario. Cambiano le etichette, ma non la sostanza”.
USB Lavoro Privato Catania ha più volte chiesto le dimissioni dell’avv. Landi, ritenendolo responsabile della gestione disastrosa che ha portato centinaia di lavoratrici e lavoratori dell’ODA a vivere in condizioni insostenibili: al 5 giugno 2025 non sono ancora stati pagati gli stipendi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio. Una situazione intollerabile che si scarica non solo sui dipendenti, ma anche sugli assistiti, i più fragili, che l’ODA dovrebbe invece tutelare.
Nel decreto di nomina, Mons. Renna si dice “fiducioso” nella “responsabilità e lungimiranza” del nuovo CdA. “Ma ci chiediamo: dov’era questa responsabilità negli ultimi otto anni? L’esperienza di cui parla l’Arcivescovo è, a nostro avviso, maturata sulla pelle di chi lavora e di chi riceve assistenza. E oggi viene persino premiata.
Siamo di fronte a un perfetto esempio di gattopardismo istituzionale: si simula un cambiamento, ma l’obiettivo è mantenere intatti gli equilibri di potere e di gestione che hanno prodotto solo disservizi, ritardi nei pagamenti e un clima di incertezza permanente per chi lavora in ODA”.
Sulla pelle dei dipendenti e degli assistiti
USB Lavoro Privato Catania continuerà a denunciare e a mobilitarsi al fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e degli assistiti dell’Opera Diocesana Assistenza.
“Non accetteremo che si continui a far finta di cambiare, mentre tutto resta drammaticamente uguale”.