CATANIA – Da almeno un decennio, USB Catania come organizzazione sindacale denuncia l’indispensabile necessità di avere due nuclei sommozzatori completi in Sicilia.
Per ultimo un altro decesso è avvenuto a Santa Maria La Scala (Catania) con l’ausilio dell’elicottero del nucleo di Catania, volato a Reggio Calabria a prelevare i sommozzatori calabresi per recuperare il malcapitato (poi deceduto) nel territorio siciliano. Allungando i tempi di soccorso e facendo rischiare anche i colleghi calabresi.
In seguito alla emanazione della circolare n° 8 EM 08/2015 che ha razionalizzato il modello operativo e organizzativo dei Nuclei S.S. e A. nazionali con la rideterminazione di nuove piante organiche, rimodulazione dell’orario di servizio e la chiusura di alcune sedi, il Nucleo sommozzatori di Catania osserva e suggerisce quanto segue.
In data 16 novembre 2016 a Roma si è svolta la riunione con l’Amministrazione relativa alla rivalutazione della circolare n° 8 EM 08/2015 durante la quale è stato richiesto, ai vertici del servizio sommozzatori nazionale, di conoscere i dati statistici relativi agli interventi effettuati sul territorio nazionale da poter valutare in un successivo incontro.
In data 27 marzo 2017 a Roma si è effettuato un nuovo incontro sempre con l’Amministrazione e tutte le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori vigili del fuoco nel quale è stato illustrato un documento concernente l’analisi statistica dei nuclei sommozzatori sul territorio Nazionale.
Dalla stessa si evinceva che, in seguito alla presentazione dell’analisi statistica, era più evidente la necessità di potenziare il nucleo di Catania a 28 unità.
L’amministrazione, da parte sua, ha richiesto di prendere tempo per l’emanazione di una nuova nota, senza nessuna risoluzione richiesta. Nel 2021, l’osservazione di detto nucleo è l’espressione che è indispensabile formare 4 turni.
Sono passati quasi 5 anni dalla emanazione della circolare, nonostante fosse previsto un solo anno di osservazione, come poc’anzi citato.
Il potenziamento degli organici (da 14 a 28 unità) del Nucleo di Catania, vista l’analisi statistica redatta dall’ufficio SAPACRASS DCEST, risulta indispensabile e urgente per dare una risposta alla evidente richiesta di soccorso nel territorio di competenza, e nell’attesa, riformulare l’orario in 2 turni, con l’ausilio di Reggio Calabria, altro nucleo indispensabile da riclassificare.
Il Nucleo sommozzatori di Catania registra un’attività operativa diurna pari a quasi il doppio rispetto a quella del Nucleo di Palermo (con 28 unità, che vanno assolutamente mantenuto, vista la morfologia dei territori, visti i cambi climatici, ma Catania, è indispensabile quanto Palermo).
La media annuale degli interventi notturni è la stessa tra i due nuclei, nonostante Catania abbia i turni ridotti. Inoltre, gli interventi notturni spesso vengono effettuati richiamando il personale a casa, per agevolare i tempi di risposta, le distanze sono abnormi.
Si porta a conoscenza che vista la notevole distanza tra Catania e Palermo è già successo che il nucleo di Palermo non viene interessato poiché raggiungerebbe l’intervento dopo diverse ore, spesso non chiamato per interviene per non sguarnire la Sicilia occidentale.
Non è condivisibile utilizzare come unico criterio per la distribuzione del personale sui nuclei sommozzatori d’Italia l’avere sede nel capoluogo di Regione, la statistica degli interventi effettuati evidenzia che è necessario valutare anche l’analisi dei rischi del territorio, delle risorse, delle competenze disponibili, della popolazione e di necessità peculiari.
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