CATANIA – “Non volevo darmi fuoco. Volevo solo rendere manifesta la mia grande sofferenza e rabbia dopo la notizia che cinque di noi sarebbero rimasti ancora senza lavoro. Tutto qui”.
Così Nicola Buda, 51 anni, sposato con figli, ex maestranza precaria del Teatro Massimo Bellini interviene sulla notizia circolata ieri sul suo tentativo di darsi fuoco dopo che l’amministrazione comunale aveva fatto sapere che alcuni lavoratori già da domani sarebbero tornati in servizio. Ad essere esclusi da questo piano di assunzioni anche se per un breve periodo (si tratta di un contratto fino al 4 novembre con una promessa di proroga fino al 31 dicembre), 5 lavoratori. Tra cui Nicola.
“Una situazione difficile da accettare dopo più di vent’anni di servizio -spiega -.Ero amareggiato, stanco dopo più di un mese in protesta sopra il terrazzo del Bellini, ma sono stato sempre cosciente. Non avrei fatto mai un gesto del genere”.
E poi ci tiene a precisare. “Non mi sono cosparso di benzina. Avevo una tanica in mano quando i miei colleghi hanno cercato di levarmela perchè spaventati. Un pò di benzina mi è finita sulle scarpe. Ed è li che è scattata l’allerta”.
L’intervento dei colleghi, l’arrivo dell’ambulanza e dei carabinieri. “I volontari del 118 mi hanno visitato e trovato la pressione abbastanza alta. Ho spiegato anche alle forze dell’ordine che si è trattato solo di un gesto per far notare il mio disappunto, la mia preoccupazione di perdere il posto di lavoro. E ripeto non avrei mai portato a termine un gesto così estremo”.
Oggi Nicola è più sereno. Anche se dice. “Alla mia età e dopo più di vent’anni di servizio, se esco da qua non so dove andare. Abbiamo ricevuto rassicurazione che la situazione dei 5 lavoratori esclusi sarà risolta nei prossimi giorni”.
Ieri in 15 avevano deciso di occupare il palcoscenico per la prima di “Capuleti e Montecchi” (opera che alla fine è andata in scena) dopo 38 giorni in presidio sul terrazzo del Bellini per chiedere di essere stabilizzati.
Sulla vicenda anche il sindaco Bianco in qualità di presidente del consiglio di amministrazione del Teatro Massimo ha dichiarato: “Dobbiamo lavorare alla risoluzione definitiva del problema chiedendo alla Regione di intervenire direttamente sulla legge che impedisce di impiegare questi lavoratori”.