CATANIA – “Non ce la faccio più. Sono a sciopero della fame“. Ha scritto così Niko Pandetta, il cantante catanese che, conosciuto prima per il suo esordio neomelodico e poi per essersi cimentato nella trap, è stato condannato a quattro anni per spaccio di droga.
Dal carcere di Opera, a Milano, dove sta scontando la pena, ha scritto una lettera che è stata pubblicata sulle sue Instagram Stories.
“Con la direttrice – ha raccontato – ci ho parlato una sola volta. La sua priorità è stata chiamarmi a colloquio non a capire le mie problematiche da detenuto. Ci ha tenuto però a umiliarmi come persona e come artista. Dall’alto della sua ostentata superiorità, ha giudicato me e la mia musica e mi ha fatto capire che non siamo tutti uguali“.
“Per uno screenshot fatto in videochiamata su WhatsApp da un’altra persona, pubblicato su TikTok e diventato virale, mi hanno sospeso le videochiamate e fatto rapporto e denuncia“, ha raccontato il cantante di “Pistola nella Fendi”.
Quello di Niko Pandetta, all’anagrafe Vincenzo, è un vero e proprio appello “ai fan, ai colleghi artisti e a tutti quelli che mi vogliono bene” per fare in modo che vengano rispettati i suoi diritti di detenuto.
“Fatemi pagare per i miei sbagli (reati) e non per la mia musica” conclude Pandetta.