Myrmex: procedure di mobilità, “una batosta amara e dura per i lavoratori”

CATANIA – L’ennesimo sit-in di protesta di fronte all’ex Palazzo dell’Esa conclusosi con un nulla di fatto. Alla base dell’incontro di stamattina la richiesta di chiarimenti alla Regione per salvare il laboratorio Myrmex.

Al termine della manifestazione il bilancio recita: mobilità per i 63 lavoratori, procedura che sarebbe dovuta scattare a febbraio, già avviata dall’azienda. La legge prevede 45 giorni di trattativa al termine dei quali resta soltanto il licenziamento.

La notizia, che arriva dalle segreterie di Cgil, Filctem Cgil, Uil, Uilctem Uil e CISAL di Catania, “è di quelle che giungono in anticipo rispetto a quanto era stato previsto – commentano i rappresentanti sindacali -. La mobilità viene formalizzata durante una disperata corsa contro il tempo che avrebbe dovuto concedere ai lavoratori nuove opportunità; tra tutte, quelle di coinvolgere e verificare un’eventuale compravendita del laboratorio. Ma la Regione, nonostante le promesse, non ha mai concretizzato nulla. Per chi ha dedicato la sua vita alla ricerca ed all’avventura Myrmex, si tratta di una batosta amara e dura. Per la maggior parte dei lavoratori, vista la media anagrafica, sarà difficilissimo rientrare nel ciclo produttivo. La lotta continua nonostante tutto; sfrutteremo ogni ora che ci rimane per salvare il salvabile”.

Nel nota di comunicazione preventiva inviata dall’azienda ai lavoratori e che riguarda le procedure di mobilità, vengono addotti “motivi tecnici, organizzativi e produttivi per cui l’azienda ritiene di non potere adottare misure idonee a porre rimedio alla situazione di eccedenza”.

Un’interpretazione dei fatti che lavoratori e sindacalisti hanno sempre respinto, certi che il laboratorio avrebbe potuto – e potrebbe ancora – trovare nuove occasioni di rilancio.