Multiservizi Catania, referendum sancisce vittoria di chi vuole l’accordo

CATANIA – 283 voti favorevoli e 137 contrari, 14 schede nulle e 2 bianche. È questo l’esito del referendum sull’ipotesi d’accordo che oggi ha chiamato alle urne 508 operai della Catania Multiservizi spa. A presentarsi 436 votanti.

“Questo è stato il primo scoglio da superare – ha dichiarato appena terminato lo spoglio Gino Scarfalloto segretario provinciale Filcams Cgil – dopo di che inizia il vero lavoro con l’azienda e il Comune per far rispettare l’accordo sottoscritto ma per rendere la partecipata comunale produttiva ed efficiente”.

E continua il sindacalista. “Apprezziamo la presenza massiccia e democratica dei lavoratori che per la prima volta alla Catania Multiservizi insieme alle organizzazioni sindacali decidono la strada da seguire per il bene del loro futuro. Con questa operazione abbiamo messo in sicurezza il bilancio dell’azienda scongiurando i licenziamenti”. 

Al deposito mezzi, in viale Africa, dove sono state allestite le urne, i lavoratori hanno votato dalle 7 alle 18. La tensione per tutta la mattinata è stata palpabile. Oggi i 508 lavoratori della Catania Multiservizi spa sono stati chiamati a fare una scelta importante per il futuro della partecipata comunale.

Pulizieri, giardinieri, addetti alla manutenzione attraverso un referendum, hanno espresso il  proprio parere sull’ipotesi di accordo sottoscritta ieri dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Cisal e Asal Fiadel che si sono incontrate con l’azienda con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative alle procedure di licenziamento avviate dalla Multiservizi per 130 lavoratori in esubero.

L’alternativa, ai tagli annunciati da Catania Multiservizi per scongiurare la messa in liquidazione della società nel caso in cui l’attuale anno dovesse chiudersi senza una riduzione di costi aziendali, è il contratto di solidarietà per tutti i dipendenti. La riduzione dello stipendio sarà pari al 18% fino al 31 dicembre, mentre dal 1 gennaio 2015 e per circa sei mesi scenderà al 10%. Meno soldi in busta paga ma anche meno ore di lavoro. Fino al 31 dicembre si parla di una riduzione del 40%, mentre dal 1 gennaio 2015 la stessa scenderà al 25%. Ma anche il congelamento momentaneo della  tredicesima mensilità.

Insomma una scelta “sofferta” per chi oggi si è recato alle urne. “Un sacrificio per salvare la nostra azienda – ci dice uno degli operai – ma io penso anche alla mia famiglia. Duecento euro in meno in busta paga a dicembre mi pesano abbastanza”. Un collega aggiunge. Io ho il mutuo, prestiti e due famiglie da mantenere. Perché devono essere sempre i lavoratori a rimetterci di tasca propria?”.

E se tra gli operai regnava l’incertezza. Per i sindacati oggi presenti alla votazione, la solidarietà rappresenta l’unico modo per salvaguardare il futuro dell’azienda e dei lavoratori. “Confidiamo molto nel risultato positivo del referendum – dice Rosaria Leonardi, responsabile dipartimento pubblico impiego Cgil – che ha due obiettivi, garantire i livelli occupazionali e il futuro della Multiservizi. Inoltre l’ipotesi d’accordo è frutto di una concertazione molto complessa con l’azienda portata avanti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Unico modo questo per tutelare i lavoratori”.