Morte Santo Re. Sindaco Trantino: “Profondo dolore. Serve responsabilità, non sciacallaggio”

Morte Santo Re. Sindaco Trantino: “Profondo dolore. Serve responsabilità, non sciacallaggio”

CATANIA – La tragica uccisione di Santo Re, 30 anni, giovane padre e dipendente di una pasticceria a Ognina, ha profondamente scosso la comunità catanese. A intervenire è il sindaco di Catania, Enrico Trantino, che esprime dolore per l’accaduto, esortando la cittadinanza a non cedere alla rabbia o a strumentalizzazioni.

Catania a lutto per la morte di Santo Re

“Quello che è accaduto ha provocato un comprensibile turbamento collettivo. Un gesto di estrema violenza ha spezzato la vita di un giovane padre, stravolgendo quella di molte persone. È giusto interrogarsi, ma bisogna evitare derive vendicative o inutili polemiche politiche: non è il momento dello sciacallaggio”.

Sindaco Trantino: “Profondo dolore. Serve responsabilità, non sciacallaggio”

Il primo cittadino sottolinea come la città non sia rimasta inerme di fronte al fenomeno della microcriminalità: “Da oltre un anno è in corso una seria azione di contrasto ai parcheggiatori abusivi e alla criminalità diffusa, con interventi interforze settimanali e numerosi arresti. Ma spesso chi viene fermato torna presto in libertà, per un sistema che considera il carcere come ultima risorsa. La legge oggi non consente la custodia cautelare per reati come danneggiamenti o piccoli furti, e le carceri non avrebbero comunque capacità sufficiente”.

Il sindaco ha poi toccato il tema dell’immigrazione, ribadendo la sua posizione critica verso un’accoglienza non accompagnata da reali percorsi di integrazione: “Ho sempre considerato un errore accogliere indiscriminatamente senza poter offrire strumenti concreti di inserimento. Gli stranieri sono una risorsa solo se commisurati ai posti di lavoro disponibili. In caso contrario, il rischio è che siano spinti verso l’illegalità, con inevitabili tensioni sociali”.

Trantino evidenzia anche le difficoltà nell’eseguire espulsioni e rimpatri: “Per anni si è scelta una linea buonista senza predisporre risorse né strumenti concreti per rimpatriare chi viola le regole. Oggi le soluzioni adottate dal Governo incontrano anche ostacoli internazionali, come le pronunce della Corte Europea sui centri in Albania”.

Non meno rilevanti le difficoltà legate alla carenza di organico nelle forze dell’ordine: “Le restrizioni di bilancio impediscono di rafforzare in modo strutturale il presidio del territorio. E chi invoca l’intervento dei militari dovrebbe ricordare che non dispongono di poteri di polizia giudiziaria”.

Nonostante ciò, Trantino si dice determinato a proporre nuove soluzioni: “Sto lavorando a proposte concrete da sottoporre al Presidente del Consiglio. Le valuterò con attenzione, anche sotto il profilo giuridico. Ci confronteremo inoltre con il nuovo Prefetto per rimodulare le strategie territoriali di controllo, rafforzando anche l’azione repressiva contro comportamenti illegali diffusi”.

Tra le iniziative immediate, il sindaco invita i cittadini a non tacere di fronte a richieste di denaro minacciose da parte dei parcheggiatori abusivi: “Se vi trovate di fronte a una richiesta accompagnata da minacce, non esitate: denunciate al 112. In quei casi non si tratta più di una semplice contravvenzione, ma di estorsione, un reato grave che consente l’arresto. Sono individui che non hanno la capacità di esercitare ritorsioni: non abbiate paura”.

Le norme

Il sindaco ha infine chiarito l’attuale cornice normativa: “La legge prevede per i parcheggiatori abusivi una sanzione amministrativa da 1.000 a 3.500 euro, raddoppiata in caso di minori coinvolti o recidiva. Ma è evidente che, trattandosi spesso di persone nullatenenti, queste multe non hanno reale effetto deterrente. Solo l’estorsione – se denunciata – può portare a conseguenze penali concrete”.

E conclude: “Non possiamo arrenderci né credere che le soluzioni siano semplici. Serve un nuovo approccio culturale, più responsabilità da parte di tutti e, soprattutto, la consapevolezza che la sicurezza non può essere garantita solo dalle forze dell’ordine. È una sfida collettiva”.