RAMACCA – “Grazie all’Arma dei carabinieri per avere fatto luce su un altro caso di lavoro nero, morti bianche e tentativi di depistaggio. Stavolta a Ramacca, ancora nel settore edile. Chiediamo giustizia per la vittima, un muratore 60enne, e per la sua famiglia, che oltre al lutto deve affrontare la tragedia di un futuro con poche, pochissime certezze previdenziali, sociali, economiche“. Lo affermano i segretari generali di Uil e Feneal Catania, Enza Meli e Nino Potenza, commentando la notizia dell’inchiesta condotta dai carabinieri sulla morte di un operaio edile a Ramacca, deceduto il 15 febbraio all’ospedale Cannizzaro di Catania dopo giorni di agonia. Tre i denunciati, tra cui un imprenditore.
I due esponenti sindacali aggiungono: “Questa di Ramacca è una storia-simbolo per la Uil, che su iniziativa del proprio leader nazionale Pierpaolo Bombardieri ha dedicato quest’anno proprio alla campagna Zero Morti Sul Lavoro”.
“Gli investigatori, fra l’altro, riferiscono – sottolineano i sindacalisti – non solo di un cantiere irregolare senza il minimo rispetto delle norme antinfortunistiche e di una ricostruzione almeno fantasiosa sull’incidente fornita dall’imprenditore ma anche di un ordine che questi avrebbe dato a un proprio dipendente perché lavasse ogni traccia di sangue”.
“Siamo certi, adesso, che magistratura e forze dell’ordine – proseguono gli esponenti Meli e Potenza – chiariranno ogni aspetto di questa vicenda inquietante e, purtroppo, per nulla inedita nei suoi contenuti”.
“Chiediamo, intanto, alle istituzioni un’attenzione concreta per la famiglia della vittima a cui Uil e Feneal offrono sin d’ora ogni assistenza, legale e assistenziale, perché non si sentano mai soli nel fare fronte a tanto dolore, a tanta rabbia“. Concludono le due note sigle sindacali.
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