“Che fine ha fatto mio fratello? Continuate le ricerche!”. Parla la sorella del pescatore disperso ad Aci Trezza

“Che fine ha fatto mio fratello? Continuate le ricerche!”. Parla la sorella del pescatore disperso ad Aci Trezza

CATANIA – “Mio fratello è scomparso da due mesi: avremmo dovuto trascorrere la vigilia di Natale insieme a casa mia, invece, dal pomeriggio del 23 dicembre, data in cui ha preso il mare insieme con Enzo Cardì per una battuta di pesca al largo delle coste di Aci Trezza, non un segnale abbiamo ricevuto da parte sua. Io resto speranzosa: non abbandono mio fratello e chiedo che le istituzioni non abbandonino me e la mia famiglia. Per favore, non dimenticateci”.

È una voce ormai fioca, dopo i ripetuti appelli, ma ancora ricca di determinazione quella di Santa Giuffrida, sorella di Fabio il 38enne che esattamente due mesi fa ha fatto completamente perdere le sue tracce dopo essere salito a bordo di una barca, colore bianco dotata di un motore 40 cavalli proprio in compagnia dell’amico coetaneo Enzo Cardì.

I due pescatori, come di consueto, hanno acceso il motore intorno alle 18 della sera e sono andati con l’intento di rientrare non più tardi delle 12 del giorno dopo. Ma questi piani non sono stati rispettati.

Si erano dotati di “u conzu”, ciò che in dialetto significa la rete per la pesca grossa che avrebbe consentito ai due amici di catturare pesci sia di piccola, sia di grossa taglia e volevano tornare in tempo per cucinare il tutto in compagnia delle rispettive famiglie per la vigilia di Natale.

I familiari, nonostante l’iniziale e considerevole ritardo, per evitare di cedere ad allarmismi inutili hanno aspettato ben tredici ore prima di esporre denuncia, poi la disperazione l’ha fatta da padrona.

Da quel momento sono trascorsi 60 interminabili giorni. Le famiglie dei due dispersi adesso gridano tutto il loro dolore per non avere ricevuto ancora alcun segnale e chiedono che le ricerche non finiscano.

“Subito dopo il nostro allarme la guardia costiera si è messa in moto con le ricerche: hanno attivato motovedette, elicotteri ed anche aerei militari ad infrarossi – spiega Santa Giuffrida -. ‘U cozzu’ è stato ritrovato nelle acque tra Augusta e Brucoli, così hanno intensificato i controlli in quella zona senza riuscire a cavare un ragno da un buco, poi si sono spinti anche a Taormina fino a Capopassero, ma nulla sono riusciti ad ottenere”.

Ad oggi la situazione è davvero drammatica per Santa che, insieme con i suoi altri sette fratelli e la madre, ma anche con la famiglia di Cardì, non sa davvero cosa fare. 

“È come se la nostra fosse una lunghissima attesa che non si esaurirà mai. Da un lato sono speranzosa, dall’altro davvero non so che pensare: è assurdo che non sia affiorato proprio alcun indizio su dove possano essere andati a finire i nostri cari – aggiunge la sorella -. Abbiamo anche allertato la Farnesina e da poco ci siamo messi in contatto con ‘Chi l’ha visto’. Mia madre sembra invecchiata di 20 anni – conclude Santa Giuffrida -. Meritiamo una risposta e facciamo un appello alla guardia costiera: riprendete le ricerche, abbiamo il diritto di sapere che fine hanno fatto Fabio ed Enzo”.