MILANO – Sicurezza, assunzione del personale e logistica. Tutto questo controllato da Cosa Nostra e dalla famiglia Laudani di Catania.
Il sistema organizzativo è stato portato alla luce da un’operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Tutti i diversi imprenditori indagati avevano contatti con Orazio Salvatore Di Mauro, referente dei Laudani.
Tra le figure, spiccano quella di Luigi Alecci, Giacomo Politi, Emanuele Micelotta e i fratelli Alessandro e Nicola Fazio. Tutti insieme componevano una macchina perfetta che, attraverso l’affiliato Enrico Borzì, garantiva a far recapitare delle somme di denaro per il sostentamento delle famiglie dei detenuti appartenenti al clan.
Nello specifico, i fratelli Fazio operavano nel settore della vigilanza attraverso la Securpolice Group scarl. In questo modo avevano modo di gestire le assunzioni nelle strutture pubbliche e private, tra cui anche la Lidl. Inoltre, grazie alla collaborazione di Attilio Alfonso Parlagreco, il denaro proveniente da aziende gestite da prestanome e da attività illecite poteva essere utilizzato per corrompere anche i dirigenti.
Il sodalizio criminale si avvaleva anche dell’aiuto di alcuni dipendenti pubblici, tra i quali figurano Orazio Elia e Domenico Palmieri. Quest’ultimo riceveva ogni mese soldi da Cosa Nostra.