Migliore: “Mafia Capitale, gravi intrecci politici”. Castiglione: “Non conosco i fatti”

Migliore: “Mafia Capitale, gravi intrecci politici”. Castiglione: “Non conosco i fatti”

CATANIA La prosecuzione dell’inchiesta di Mafia Capitale ha portato a nuovi arresti che coinvolgono rappresentanti politici e amministratori di cooperative che operano a Roma, in Sicilia e a Mineo in particolare. Si conferma la gravità degli intrecci tra politica, affari e criminalità nella gestione del “business dell’accoglienza”. Il primo a commentare i 44 arresti di stamattina nell’ambito dell’inchiesta romana è Gennaro Migliore, presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti.

E incalza “Tutto questo che rappresenta una grave violazione tanto dei diritti dei migranti che pagano per primi le conseguenze di queste malversazioni, quanto per le casse dello Stato e per la sicurezza pubblica. La Commissione di inchiesta – continua – si incarica di affrontare il tema sia acquisendo un quadro chiaro, sulla base degli atti prodotti dalla magistratura, sia individuando situazioni radicali che possano stroncare quello che è un vile utilizzo della sofferenza di tante persone che sono richiedenti asilo e che fuggono da guerre e sofferenze”. 

La redazione di NewSicilia ha contattato anche il sottosegretario Giuseppe Castiglione, all’epoca presidente della Provincia regionale di Catania, il quale però non ha replicato affermando solo “Sono a pescare e non sono a conoscenza dei fatti”.

E mentre Castiglione pesca c’è Migliore che si scaglia senza peli sulla linguaGià nella nostra prima missione a Mineo, prima dell’ulteriore evoluzione dell’inchiesta, abbiamo potuto verificare molte inadempienze che, evidentemente, sono meritevoli di essere poste sotto l’attenzione dell’autorità giudiziaria. Ora intendiamo proseguire con approfondimenti ancora più stringenti sulla modalità di gestione dell’accoglienza e continueremo con l’attività di inchiesta e di proposta perché crediamo che si debbano superare, nel più breve tempo possibile, i grandi centri, che sono anche grandi attrattori di soldi pubblici. Non intendiamo lasciare spazio a chi da queste inchieste trae conclusioni che hanno il retrogusto della xenofobia, ma saremo inflessibili nei confronti di chiunque abbia approfittato di questa condizione, definita erroneamente emergenziale, per ottenere un vantaggio e un interesse proprio“.

In redazione abbiamo provato anche a contattare il consorzio “Sol Calatino”, al centro dello scandalo e sotto perquisizione dei carabinieri, ma anche qui regna il silenzio…