CATANIA – Sono Reggio Calabria, Firenze e Catania le città coinvolte nell’operazione antidoping dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, denominata “Operazione Ercole”.
In tutto sono state disposte 9 misure cautelari (3 ai domiciliari e 6 all’obbligo di dimora, più un obbligo di firma). Gli indagati sarebbero ritenuti responsabili, a vario titolo, di commercio di sostanze anabolizzanti, commercio di farmaci stupefacenti, somministrazione di farmaci dopanti per alterare le prestazioni agonistiche, ricettazione, esercizio abusivo di professione e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute pubblica. Tra gli arrestati vi sarebbero anche un carabiniere forestale e un commerciante catanese.
Due degli indagati sarebbero inoltre destinatari di un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili, eseguito dalla Guardia di Finanza di Palmi (Reggio Calabria), per un valore totale di oltre 100mila euro, ritenuti frutto dell’attività illecita.
L’indagine è stata avviata in seguito alla morte sospetta di un 40enne nel 2017. L’uomo, in salute e sportivo, era stato trovato privo di vita in casa. Il decesso avvenuto in circostanze anomale avrebbe destato i sospetti delle autorità giudiziarie, che adesso ipotizzano una connessione all’attività sportiva praticata dalla vittima nell’ambito del fitness e del body building e al suo sistematico uso di farmaci e sostanze anabolizzanti, prescritti pare da un personal trainer, tra gli attuali indagati.
Gli accertamenti delle forze dell’ordine hanno permesso di smantellare un intero gruppo dedito al commercio illecito di sostanze dopanti, che aveva trovato il proprio “terreno fertile” in alcune palestre di Reggio Calabria e avrebbe visto coinvolti anche medici, dietisti, farmacisti e personal trainer. Si pensa che il giro d’affari abbia fruttato nel tempo migliaia e migliaia di euro, visto il costo esorbitante dei prodotti, utilizzati da molti sportivi impegnati in competizioni agonistiche.
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