CATANIA – La scorsa serata la polizia di stato ha proceduto al sequestro penale preventivo di un centro massaggi del centro, gestito dal cinese C.Z., per favoreggiamento della prostituzione.
L’operazione è iniziata in seguito ad un’attività di osservazione e indagine avviata dalla polizia giudiziaria del commissariato Borgo-Ognina, a seguito della quale è emerso che il centro, che possedeva un’autorizzazione SCIA per esercizi di centri per benessere fisico (massaggi olistici), presentata al comune di Catania, era divenuto luogo abituale di prostituzione.
Previo pagamento da 30 euro per 30 minuti a 70 euro per 60 minuti, al cliente veniva garantito non solo un massaggio thailandese con bagno in vasca, ma anche un massaggio con prestazione sessuale finale.
Diversi clienti, tra cui professionisti e dipendenti pubblici, dopo essere stati fermati all’uscita dei propri esercizi commerciali, hanno ammesso di aver fruito di questo tipo di massaggi, ovviamente dopo aver preso appuntamento con il centro tramite internet su siti di settore.
Durante la perquisizione del centro, è stata identificata la massaggiatrice, W.J., cinese di 37 anni, che ha opposto resistenza attiva, provando anche a fuggire. Per questo motivo, la donna è al momento indagata in stato di libertà anche per resistenza a pubblico ufficiale. La massaggiatrice, già in passato segnalata per avere prestato analoghe prestazioni sessuali in altro centro massaggio, si trova nel territorio italiano nonostante non abbia diritto al permesso di soggiorno in quanto autorizzata, su disposizione del tribunale per i minori di Palermo, alla permanenza per 2 anni in Italia per esigenze connesse alla salute della figlia minore.
Sono state trovate anche diverse telecamere, posizionate all’interno del centro all’insaputa dei clienti e collegate ad un DVR, che è stato sequestrato penalmente per i successivi approfondimenti. L’utilizzo del sistema di videosorveglianza senza autorizzazione prevede per il titolare una multa che va da un minimo di 600 ad un massimo 36 mila euro.
È stato rivelato, inoltre, che la dipendente cinese, priva di un contratto di lavoro, ha prestato servizio in condizioni di lavoro pessime e inaccettabili: sporcizia, mancanza di idonei spogliatoi e armadietti, mancanza di idonei estintori e priva di attestato di formazione. Infine è stato confermato anche che la donna, dormiva all’interno del negozio, in un ammezzato di circa 1 metro e mezzo in pessime condizioni.
Il titolare del centro massaggi è stato trasferito all’autorità giudiziaria per favoreggiamento della prostituzione e per altri reati in materia di violazione dei diritti del lavoratore e sicurezza sui luoghi di lavoro.