Un mare di morti, un mare di lacrime: una tragedia senza fine

Un mare di morti, un mare di lacrime: una tragedia senza fine

CATANIA – “Siamo in diretta da Catania”… “Una tragedia senza precedenti”…  “28 i superstiti, 24 i cadaveri recuperati”. Telecamere che sfrecciano da una banchina all’altra del porto di Catania, fotografi agguerriti pronti a immortalare il momento più significativo, volontari assaliti da reporter nazionali e internazionali. Un’ecatombe mediatica oltre che umana a cui hanno fatto eco aperture di telegiornali, trasmissioni radiofoniche, siti web e quotidiani. Mediaset, Rai, LA7, Bbc, Cnn, si sono catapultati tutti in Sicilia fra bramosia e informazione. 

Da una parte il violento “tam tam” mediatico che dava la caccia ai sopravvissuti, dall’altra la sofferenza di quest’ultimi che hanno visto morire sotto i propri occhi oltre 700 compagni di viaggio. Compagni si, persone che come loro avevano deciso di lasciare il proprio paese, dilaniato dalla miseria e dalla guerra, per cercare un futuro migliore. E invece sono andati incontro alla morte.

La Sicilia esce a pezzi da una settimana nera, una settimana che l’ha vista sotto i riflettori del mondo per un naufragio a largo delle coste libiche che ha lasciato in mare corpi di tutte le età a cui forse mai si riuscirà a dare un’identità. Bambini piccoli, aggrappati alle proprie madri si sono adagiati sul fondale, in silenzio… risucchiati dalle onde. Marina Militare, Guardia Costiera, Guardia di Finanza, tutti in mare augurandosi di recuperare ancora qualche sopravvissuto… ma più passano le ore, più si spegne qualsiasi speranza.

E nel frattempo c’è la politica… o meglio ci sono loro: i politici. Tutti pronti a dire la propria, ad attirare a se con cinismo telecamere e giornalisti e anche qui comincia il tam tam opinionistico “bisogna affondare i barconi…”, “bisogna che l’UE ci aiuti prima che il Mediterraneo diventi la tomba per troppi africani…”, “servono più soldi, l’operazione Triton non è stata efficace”.  

Immediata, dunque, la convocazione di una sessione straordinaria del Consiglio Europeo per analizzare i fatidici 10 punti!

La sostanza? Triplicati i soldi per la missione Triton e la promessa di più sforzi per contrastare il traffico di uomini dall’Africa all’Italia, con il tentativo di affondare i barconi direttamente alla base.

Ma siamo così convinti che il flusso dal Corno d’Africa si interromperà come per magia dopo aver distrutto i barconi? Lì c’è gente che scappa dalla guerra, gente che cercherà nuove rotte per fuggire. Forse bisognerebbe dare risposte più concrete a chi è vittima di persecuzioni?

Non dimentichiamoci che un secolo fa, su quelle carrette del mare c’eravamo noi… partivamo per raggiungere l’America, “la terra promessa” dove cercare fortuna…