Manifestazioni violente Hong Kong, il racconto di Vanessa: “Ho paura”

Manifestazioni violente Hong Kong, il racconto di Vanessa: “Ho paura”

CATANIA – Negli ultimi mesi, Hong Kong è sotto i riflettori per le manifestazioni di studenti e cittadini contro la governatoratrice e il Governo centrale Cinese, ma sopratutto per la violenta repressione.

A raccontarci quanto si sta vivendo in questi giorni è Vanessa Chow, una ragazza di Hong Kong, studente delle scuole superiori. La ragazza ci ha spiegato: “Le proteste sono iniziate a partire del 15 marzo del 2019  dopo la presentazione del disegno di legge sull’estradizione di latitanti verso paesi dove non vi sono accordi di estradizione“.

Continua la ragazza: “Tale proposta ha fatto scoppiare la protesta degli hongkonghesi poiché quest’ultima ha rischiato di violare la linea divisoria dei 2 sistemi legali, noti come ‘Un paese, Due sistemi’, tra Hong Kong e la Cina, facendo passare la città sotto l’ala dei tribunali controllati dal Partito Comunista Cinese.

La prima vera e propria marcia di cittadini contro tale proposta è avvenuta il 31 marzo. Eravamo in tantissimi in piazza, centinaia di migliaia. Però, la nostra partecipazione ha fatto scoppiare l’ira del governo della Cina Continentale che, così, ha dato carta bianca alla polizia per quanto riguarda la repressione delle rivolte. Inizialmente la polizia non era violenta ma, poi, dopo la protesta del 12 giugno fuori dal quartier generale del governo, sono scoppiate le rivolte violente“.

Le manifestazioni – spiega Vanessa – non si sono fermate e il giorno della celebrazione del 22º anniversario della indipendenza britannica, alla marcia hanno preso parte oltre 500mila persone. In questo stesso giorno alcuni manifestanti hanno preso d’assalto il Consiglio legislativo e hanno distrutto i simboli della Repubblica popolare cinese“.

Prima di raccontarvi cosa vuol dire essere un giovane di Hong Kong, voglio chiarire che, anche se la governatrice Carrie Lam ha detto di aver abbandonato il disegno di legge sull’estradizione, le proteste stanno continuando con l’obiettivo di avere elezioni libere e rispetto dei nostri diritti naturali“.

Infatti – spiega la giovane – la repressione violenta rappresenta un modo per tapparci la bocca, togliere il diritto di libertà di parola. Cionondimeno, le forze dell’ordine e i militari non solo hanno usato violenza durante le manifestazioni e contro i manifestanti, bensì, anche durante i ‘normali’, se così si possono definire, normali giorni di lavoro. Viviamo nella paura e io ho paura di prendere la metropolitana, di camminare per strada, di fare la spesa“.

Non posso dimenticare quando, mentre stavo andando in direzione di Little Italy, ho visto la polizia aggredire dei giovani studenti, sia delle superiori che dell’Università, con una tale violenza che il sangue ha sporcato i vetri del treno. Le manifestazioni stanno colpendo tutti, dagli studenti presi a sprangate agli anziani spintonati. Ogni giorno siamo controllati, dobbiamo avere paura delle nostre stesse ombre e i poliziotti, spesso vestiti in borghese, sono sempre lì a controllarti. Paura, sempre e sola paura. Paura di sparire nel nulla così come capitato ad alcuni dissidenti“.

Ma la repressione colpisce tutti, anche gli stranieri, come gli italiani che vivono o viaggiano per lavoro su Hong Kong. Un mio amico, con madre cinese e padre nato in una città siciliana, è scappato da una città adesso a ferro e fuoco, così come molti lavoratori italiani che hanno preferito tornare o trovare lavoro in altri paesi più sicuri“.

Infine, Vanessa spiega: “Il premier Xi Jiping, appoggiando Carrie Lam, dimostra come al Cina Continentale voglia schiacciarci totalmente, sfoderando la sua vena da stato totalitarista“.

Fonte immagine: Milano Finanza