MISTERBIANCO – Massima attenzione viene rivolta dai carabinieri del comando provinciale di Catania, alle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e ai maltrattamenti in famiglia, anche attraverso la rete di monitoraggio, istituita dal 2014 su tutto il territorio nazionale e composta da militari particolarmente specializzati sulla delicata materia.
In manette un 24enne
Proprio in tale contesto i carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato un 24enne, poiché responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.
Nel primo pomeriggio la Centrale Operativa del comando provinciale di Catania ha ricevuto una richiesta di aiuto da parte di una donna di Misterbianco, che ha segnalato di essere stata aggredita dal figlio, che si sarebbe scagliato contro di lei a seguito del suo rifiuto di consegnargli una somma di denaro richiesta.
Cocci di vetro sul pavimento
A quel punto si è proceduto con l’invio, da parte dell’operatore della Centrale, di una pattuglia dell’Arma che si trovava nei paraggi impegnata in un servizio di prevenzione all’illegalità diffusa sul territorio. I militari hanno raggiunto l’abitazione e, giunti sul posto, si sono trovati davanti l’androne del palazzo a soqquadro, con un portaombrelli a pezzi e dei cocci di vetro disseminati sul pavimento.
L’ira davanti la porta di casa del nonno
I militari sono infatti stati accolti dalla donna che aveva chiesto l’intervento e dal suo anziano padre, entrambi ancora in stato di agitazione. Una volta tranquillizzati e, sentendosi al sicuro, la signora ha raccontato ai militari che il figlio poco prima era andato a bussare a casa del nonno, residente sullo stesso piano, ma non avendo avuto risposta da quest’ultimo che al momento non era in casa, è andato in escandescenza credendo che questo non gli rispondesse di proposito.
“Mamma accompagnami a comprare la droga”
Nello specifico il giovane ha iniziato a dare calci e pugni contro la porta dell’abitazione. A questo punto, dopo aver danneggiato la porta dell’abitazione, il giovane è rientrato in casa e ha iniziato a chiedere soldi alla mamma in maniera molto insistente, pretendendo addirittura un passaggio in macchina per andare a comprare la droga.
Le minacce di morte e gli insulti
La donna si è rifiutata nettamente di accettare le richiesta del figlio che, per tutta risposta, ha iniziato dapprima, a minacciarla di morte e a insultarla pesantemente, per poi distruggere tutto ciò che trovava sul suo percorso.
Il “sì” degli zii
Intanto, anche gli zii del giovane, tutti residenti nello stesso stabile, hanno raggiunto i carabinieri, ai quali hanno spiegato che, poco prima, al loro rientro, avevano trovato il nipote nell’androne della palazzina in preda a uno stato d’ira, e dunque pensando che potesse stare male, dapprima gli hanno prestato soccorso e poi anch’essi hanno ricevuto una richiesta di denaro.
Solo una volta che ha ottenuto il denaro dagli zii, il 24enne si è tranquillizzato ed è uscito di casa.
L’arresto in corso Carlo Marx
L’equipaggio, quindi, una volta chiarito il quadro della situazione, attraverso le testimonianze acquisite, si è messa subito alla ricerca del 24enne che hanno trovato, dopo qualche minuto, in corso Carlo Marx dove è stato bloccato, messo in sicurezza dentro l’auto di servizio e accompagnato in caserma.
A quel punto gli investigatori hanno voluto approfondire la situazione e hanno verificato che in realtà gli episodi di violenza del giovane ai danni dei suoi familiari avevano avuto inizio nel gennaio 2022, ed erano sempre scaturiti da continue richieste di denaro sia alla madre, che al nonno e agli zii.
Il periodo trascorso fuori dalla Sicilia
Hanno anche ricostruito che il 24enne aveva trascorso un periodo lontano da casa e fuori dalla Sicilia ma, per motivi economici, è stato costretto a tornare dalla madre alla quale, però, ha iniziato nuovamente, a rivolgere insistenti richieste di denaro.
La custodia in carcere
Una volta che i vari episodi sono stati circoscritti in maniera chiara e compiuta, i carabinieri hanno arrestato il malvivente mettendolo a disposizione dell’autorità giudiziaria che, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere.