Maltempo danneggia Zona Industriale di Catania, Biriaco (Confindustria): “Interlocuzione rapida e costruttiva con la Sidra”

Maltempo danneggia Zona Industriale di Catania, Biriaco (Confindustria): “Interlocuzione rapida e costruttiva con la Sidra”

CATANIA – Con il ritorno della stagione invernale, e quindi anche delle piogge, alla Zona Industriale di Catania si torna a fare la conta dei danni. La conformazione della parte meridionale del capoluogo etneo, piena di torrenti, fa certamente la sua parte, ma la problematica coinvolge anche tanti altri aspetti. Le strade dissestate e la mancata manutenzione completano il quadro e danno molta rabbia a chi invece vorrebbe fare dell’area il miglior biglietto da visita della città, specialmente per gli imprenditori che vengono da fuori e per il fatto che essa è una delle Zone Economiche Speciali della nostra isola. Aggiungendo il rischio di delocalizzazione delle aziende presenti, il quadro diventa a dir poco preoccupante se si pensa che ciò che potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro.

Il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco, spiega come gli allagamenti impediscano alle imprese di operare e come la mancata attrattività porti a perdere le società presenti. Il dialogo con gli enti locali però è fondamentale per portare gradualmente a un miglioramento della situazione, malgrado il continuo cambio delle competenze negli anni passati.

“Un imprenditore che non può usufruire – afferma Biriaco – di un qualsiasi tipo di impianto nel momento in cui si allaga tutto e che non può entrare nel proprio terreno rappresenta l’emblema del danno. Un’azienda come la Ggc, che fa le ambulanze, a marzo, quando ci fu la bomba d’acqua, subì gravi conseguenze e con il recente nubifragio si è ritrovata con il capannone pieno di acqua e con tutti i flussi dei canali bloccati. Se un qualsiasi imprenditore volesse investire a Catania e si rendesse conto delle condizioni della nostra zona industriale, che dovrebbe essere attrattiva in un momento in cui le Zone Economiche Speciali sono quasi operative, andrebbe via. Dobbiamo stare attenti anche perché rischiamo di non trattenere nemmeno le aziende che ci sono. Da anni cerchiamo di far capire a chi ci amministra tutto questo e c’è stato sempre un rimbalzo delle competenze tra Irsap, Comune di Catania, Provincia e Anas. Ora per fortuna il Comune e la Città Metropolitana si occupano dell’illuminazione e delle strade, mentre per le condutture dell’acqua tutto è nelle mani della Sidra. Su questo vedo il bicchiere mezzo pieno perché il Comune dà una mano per la manutenzione ordinaria. Siamo anche riusciti anche a ottenere con il presidente della Sidra, Fabio Fatuzzo, uninterlocuzione rapida e costruttiva. Sono abbastanza fiducioso, anche perché l’attuale giunta comunale sta portando avanti cose che erano partite con quella precedente. Il tempo non è garante per tutto ciò che è collegato alle gare d’appalto, ma stiamo facendo in modo che ci sia qualcuno che si occupi della zona con il Prodotto interno lordo più alto della Sicilia, con insediamenti di multinazionali importantissime. Gli enti pubblici si pongono con noi a corrente alternata e la burocrazia non gioca sempre a favore delle imprese”.

Il rischio delocalizzazione viene attenzionato nel migliore dei modi e la manutenzione stradale ha avuto una nuova accelerazione, anche se la precarietà permane. Le risorse economiche statali e regionali ci sono e si aspetta la partenza dei cantieri.

“La fiscalità di vantaggio – conclude Biriaco – è un altra cosa che porta le imprese a delocalizzare. Adesso c’è un’attenzione molto più concreta da parte nostra, sia offrendo maggiori servizi alle aziende che portando avanti un colloquio costante e corretto con la pubblica amministrazione. Alcune strade, come la quinta e l’ottava, nelle quali c’è una grande affluenza di operatori, sono state di recente rifatte. Inoltre il tasso più alto di incidenti non avviene all’interno delle aziende, alcune delle quali molto efficienti, ma in itinere, perché tutto ciò che circonda la nostra industriale è molto precario. Ma oggi le problematiche le abbiamo spostate a livello nazionale e qualcosa è cambiato in meglio. I cantieri previsti dai finanziamenti dovrebbero partire il prossimo anno e speriamo che ciò avvenga”.

Immagine di repertorio