La lunga strada per tornare a casa. Un Natale da fuorisede

La lunga strada per tornare a casa. Un Natale da fuorisede

CATANIA – Il Natale attorno all’albero, il cenone con i parenti, la tombola con lo zio spiritoso che urla “ambo” alla prima estrazione, la scacciata e le crispelle, sono cose immancabili per un siciliano, anche quando per necessità si trova lontano dalla propria isola  e, chi può, fa di tutto per tornare a casa per Natale, per ritrovare il calore della famiglia e, perché no, anche del sole siciliano.

E allora via, si parte, si lascia alle spalle la nebbia padana e si cerca un modo per tornare a casa.

Non è facile però. Il primo mezzo di trasporto è l’aereo ma i costi, con buona pace di low cost e piani della Finanziaria per la continuità territoriale, sono a dir poco proibitivi,quasi 450 euro per andata e ritorno. I treni sono più economici con una media di 180 euro per quasi 13 ore di viaggio previsti. 

I più avventurosi scelgono di tornare a casa in auto

È il caso di un nostro lettore che per necessità ha dovuto affrontare il viaggio Cremona – Catania in auto.

Siamo partiti da Cremona alle 5 del mattino, la macchina stipata di regali per la famiglia e gli strumenti musicali. Non è certo la prima volta che viaggio in auto perché, essendo un violoncellista, è molto difficile spostarmi con altri mezzi portando il mio strumento, quindi il lungo viaggio non mi ha certo spaventato. Basta organizzarsi!” 

Caricata la macchina, ancora assonnati, inizia il viaggio. Il normale traffico della prima mattina, sembrerebbe. All’altezza di Barberino iniziano i problemi. La prima ora in coda passa senza che nessuno sappia il perché di quell’infinita coda che si estende per chilometri. Passa anche la seconda prima che qualcosa si inizi a muovere. Forse un incidente? 

Solo dopo qualche tempo la polizia inizia a informare gli automobilisti e invitare tutti a risalire sulle proprie auto. L’inaugurazione del raddoppio del tratto appennino tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello. 11 anni di lavori. Mille e più polemiche tra i ritardi nei lavori e le accuse degli ambientalisti. Finalmente completata e inaugurata dal premier Renzi con una grande cerimonia. Il 23 dicembre. In pieno esodo. 12 chilometri di coda con automobilisti infuriati e disinformati su quanto stesse accadendo come sfondo alla solenne celebrazione.

Siamo rimasti fermi ad aspettare per ore prima che qualcuno ci spiegasse il perché di quella coda infinita. Il motivo l’abbiamo scoperto solo arrivati a casa“.

Finalmente si arriva a Roma. La città eterna; la città dei papi e degli imperatori; la città delle code. “Fermi nel traffico caotico e rumoroso del raccordo passa un’ora e mezza” continua il nostro amico. “Stremati. I bisogni fisiologici, dopo 8 ore e mezza, iniziano a farsi sentire. Nonostante le proteste dalla mia fidanzata, paziente compagna di viaggio, non mi fermo alla prima area di sosta. Credo me lo rinfaccerà per i prossimi decenni. Ci fermiamo comunque all’area successiva, la Prenestina. Insieme ad altre centinaia di automobilisti. La fila per i bagni è indicibile. Per una “rustichella” si è rischiata la rissa. Decidiamo di arrenderci e consumare un frugale pasto in auto“.

Fiduciosi che peggio di così non sarebbe potuta andare i nostri amici si rimettono in viaggio. Ma se Mel Brooks una cosa ha insegnato è che può sempre andare peggio: un’altra coda di 4 chilometri per un camion fermo in galleria.

Anche qui nessuna segnalazione o avviso, solo l’ennesima sosta forzata.

Strano ma vero la tanto temuta Salerno – Reggio Calabria appare come un miraggio. Gallerie illuminate e ampie corsie, punti di sosta e segnalazioni nuovissime. In realtà si tratta della Salerno – Napoli, recentemente ultimata e gestita dalla S.A.M. (Società Autostrade Meridionali).

La Napoli – Reggio è tutta un’altra storia, tra code e deviazioni passano altre ore, ormai è sera. 

Abbiamo avvertito casa che non saremmo arrivati per cena e di stare tranquilli. La normale stanchezza di un lungo viaggio è però aggravata dalla rabbia per la totale assenza di controlli e rispetto per gli automobilisti. Un viaggio di 13 ore non può arrivare a durarne 19 solo per code non segnalate e inaugurazioni in giorni poco opportuni”. Lamenta il nostro lettore.

Passate le 11 di sera finalmente sul traghetto, nonostante qualche incomprensione sulla nave da prendere a causa della confusione di Villa San Giovanni.

Ma basta. Ora è solo un ricordo. Sulla prua del traghetto già si vede la Madonnina dorata di Messina e le luci del golfo che brillano come gemme preziose in uno scrigno, la gioia di vedere Casa fa dimenticare la fatica o l’aria fredda del mare di notte che gela il volto. Come una collana di perle i lampioni del lungomare ionico stringono le coste dell’Isola come il collo di una bella donna. Finalmente a casa.

Sbarcati a Messina ci ricordiamo che non siamo ancora arrivati. Tra restringimenti di carreggiata e traffico ai caselli trascorriamo altre due ore in auto. Stremati e stanchi siamo arrivati a casa, dalle nostre famiglie, per festeggiare il Natale” conclude.

Ricapitoliamo: 19 ore di viaggio sulle 13 previste.

I costi: il viaggio è stato fatto con un’auto gpl di media cilindrata per un costo complessivo di 60 euro. I pedaggi delle autostrade 59 euro più 73 euro di traghetto (andata e ritorno). Per un totale di 155 euro per due passeggeri.